|
adsp napoli 1
18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

forges4
Politiche marittime

Si dimezzano le spese per difendersi dai pirati

Secondo One Earth Foundation sono state pari a 3,2 miliardi, rispecchiando in parte un deciso calo degli attacchi


di Redazione 
 
Il 2013 è stato un anno difficile per la pirateria, ovvero un anno di grandi successi per la lotta al fenomeno. Secondo gli ultimi dati di One Earth Foundation, che da anni attraverso il programma Oceans Beyond Piracy analizza e studia l'evoluzione soprattutto della pirateria somala, i costi sostenuti dalla comunità internazionale e dai soggetti privati per difendersi dagli attacchi sono diminuiti quasi della metà, passando dai circa 6 miliardi di dollari del 2012 ai 3,2 miliardi dell'anno precedente. Un calo costante (nel 2011 i costi sono stati tra i 6 e i 7 miliardi di dollari) che rispecchia in parte un deciso calo degli attacchi (tornati ai livelli di sette anni fa), quindi della tensione per chi naviga in determinati tratti di mare.
 
L'High Risk Area non è più così rischiosa
Sono calate le spese in difesa delle imbarcazioni che transitano nella - come è stata classificata dalla comunità internazionale con l'avallo della Nato - High Risk Area, uno specchio di mare molto esteso che va dalla costa orientale dell'Africa a quella occidentale dell'India (c'è anche un vademecum per navigarci con estrema prudenza). È in quest'area, strategica per il traffico marittimo che serve il Mediterraneo e il Nord Europa, che la pirateria fino a poco tempo fa è stata un'emergenza internazionale. Ora le navi che transitano per il canale di Suez e il golfo di Aden (passando quindi vicino le zone calde del Puntland e della Somalia) non devono più necessariamente armarsi di filo spinato, cannoni ad acqua o vigilanza armata (privata o militare).
Nello studio di One Earth Foundation si evidenzia che la spesa principale l'anno scorso nella protezione armata di bordo è stata pari a un miliardo e duecento milioni, (quasi il 35% del totale). Subito dopo seguono i costi per il mantenimento delle forze militari, incidendo per il 32% (circa un miliardo).
 
L'importanza dei programmi militari e dell'alta velocità 
Protezione delle navi, programmi militari internazionali (come Eu Navfor-Missione Atalanta e Ocean Shield) e guardie armate di bordo sono stati i tre ingredienti che hanno ridotto la "pressione pirata"nell'High Risk Area. Hanno inciso anche altre misure, come la velocità maggiore per le navi che attraversano questa zona, (che hanno fatto spendere agli armatori non meno di 270 milioni in più di combustibile), i costi delle assicurazioni (che includono anche i riscatti) stimati in circa 190 milioni, e le clausole contrattuali per i marittimi e tutti i lavoratori coinvolti (460 milioni).
L'obiettivo dichiarato dai militari, con un certo tono machista, è sempre stato quello di arrivare a un risultato cosiddetto zero-zero (navi sequestrate-ostaggi). Attualmente, sebbene nessuna nave di grandi dimensioni sia stata sequestrata, rimangono almeno cinquanta marittimi in ostaggio in Somalia, con tempi di rilascio lunghissimi: tre anni di media. Il futuro, secondo lo studio One Earth Foundation, lascia ben sperare. I programmi messi a punto dalle organizzazioni internazionali stanno portando a dei buoni risultati. Dei 3,2 miliardi spesi l'anno scorso, non meno dell'1,5% (48 milioni, per di più provenienti dall'Onu) sono stati indirizzati allo "sviluppo sostenibile" della Somalia, principalmente in iniziative imprenditoriali e nella realizzazione di infrastrutture.
 
 
Se nella zona orientale dell'Africa la pirateria non è più un'emergenza, lo è però ancora, e negli ultimi anni ancora di più, nell'Africa occidentale. Al largo della Nigeria continua a imperversare la cosiddetta "pirateria violenta", fatta di riscatti e mercato nero del petrolio. Qui la cooperazione internazionale e gli sforzi finora messi in campo non stanno portando grandi risultati, con gli attacchi che risultano in continuo aumento. L'ultimo, il 29 aprile, ha coinvolto la petroliera SP Brussels che nel suo viaggio verso Lagos (Nigeria) è stata assalita a trentacinque miglia dalla costa della provincia nigeriana di Bayelsa. Due pirati e un membro dell'equipaggio sono rimasti uccisi e un membro dell'equipaggio ferito.
 
Nella foto, la locandina del film Captain Phillips