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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Politiche marittime

Riforma dei porti, la Campania frena sugli accorpamenti

Alla Conferenza Stato-Regioni il governatore De Luca chiede a Delrio prima il Piano della logistica e poi la riforma, che deve comunque lasciare autonomi i porti


Alla riunione romana tra il ministero delle Infrastrutture ed i presidenti delle Regioni interessate alla riforma dei porti, quella che accorpa le 24 Autorità portuali in 15 Autorità di sistema, è stato registrato un duro scontro tra il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ed il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. All'incontro, sollecitato dallo stesso De Luca e dal presidente della Liguria Giovanni Toti, non a caso le regioni maggiormente interessate agli accorpamenti (da una parte Napoli e Salerno; dall'altra Genova con Savona) e quindi non indifferenti alla questione delle unioni portuali, è stato richiesto espressamente di non procedere nella nuova legge di riforma fintanto che non viene approvato il Piano della logistica.

In serata, dopo l'incontro al ministero, la Regione Campania ha emesso un comunicato nel quale vengono ribadite le posizioni assunte. Per primo, come anticipato, bisogna definire prioritariamente il Piano della logistica; poi, per quanto riguarda le competenze delle Autorità portuali, modificare le previsioni dell'attuale ipotesi legislativa garantendo la possibilità di approvare i Piani regolatori in loco; di gestire in autonomia le concessioni delle aree portuali; di mantenere un rapporto con i Comuni che ospitano l'Authority evitando di spostare sui livelli burocratici competenze essenziali per la funzionalità dei porti.

Il presidente De Luca –spiega la nota regionale–ha ribadito «la contrarietà a ridurre a una le Autorità portuali della Campania - diversamente da altre regioni - ritenendo che sia da evitare il rischio di introdurre nuovi burocratismi anziché nuova semplificazione». Nel corso della riunione con Delrio si è decisa l'apertura di un tavolo tecnico che approfondirà gli aspetti che a giudizio dei rappresentanti delle Regioni sono problematici o critici rispetto all'attuale progetto di riforma dei porti.

Come è stata accolta la protesta di De Luca nei confronti della nuova legge e del ministro? A Salerno con un gran sospiro di sollievo; a Napoli con perplessità e disappunto. Niente di nuovo rispetto alle prese di posizione espresse finora sia dai maggiori imprenditori dei due porti sia dalle istituzioni locali. A Napoli sembra esserci un fronte compatto nel ribadire che l'accorpamento permetterà di pianificare le specializzazioni e di stabilire un'impostazione che permetterà di rilanciare i traffici del porto partenopeo in un'ottica di sana alleanza con Salerno. Di diverso avviso nell'altro porto della Campania dove si teme fortemente che quanto di buono è stato fatto in questi ultimi anni, sia sul settore merci sia sul settore passeggeri, possa essere spazzato via dalla burocrazia, dall'immobilismo e dalla scarsa spinta allo sviluppo finora dimostrata dallo scalo napoletano.