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22 novembre 2024, Aggiornato alle 09,11
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Infrastrutture

Los Angeles va in Campania. Il Consolato: "Costruiamo ponti"

Intervista al Console generale della West Coast, Antonio Verde, all'indomani del gemellaggio tra la città della West Coast, i porti campani, le università e i musei


di Paolo Bosso

Il Satiro ebbro custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), proveniente della Villa dei Papiri di Pompei, in esposizione dal 2019 alla Villa Getty di Malibu, ricostruzione della rovina pompeiana voluta dal filantropo Jean Paul Getty. Poi l'accordo tra il porto di Los Angeles e quelli della Campania per scambiarsi buone pratiche. Infine la neonata Zona economica speciale (Zes) della Campania per attrarre nuova imprenditoria direttamente dalla West Coast. Tante le iniziative promosse dal consolato italiano a Los Angeles nella scorsa settimana, insieme alla Camera di Commercio italoamericana guidata da Genny Nevoso, all'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale guidata da Pietro Spirito, al ministero degli Esteri e all'Ambasciata a Washington. «Costruiamo ponti dove far collaborare due comunità lontane ma con un retroterra d'origine comune», spiega Antonio Verde, Console generale d'Italia a Los Angeles.
 
Cultura ed economia. Da dov'è iniziato il percorso che ha portato al MoU tra i porti della Campania e Los Angeles, alla collaborazione tra il MANN e il Getty Museum, alla presentazione della Zes alla Camera di commercio italoamericana.
«Il MoU nasce per intuizione del presidente Spirito. Un anno e mezzo fa venne in missione esplorativa e si rivolse a noi per intensificare i rapporti col porto di Los Angeles, basandosi su un'iniziativa analoga del counsil Buscaino (Joe, counsilman del distretto di San Pedro, ndr) di gemellaggio tra i porti di Los Angeles e Palermo. A questa collaborazione abbiamo voluto dare una visione più ampia. Conoscendo la geografia, il nostro obiettivo non è portare le merci di Napoli a Los Angeles, visto che il porto di sbarco è New York».
 
Los Angeles è affacciato sul Pacifico.
«Naturalmente c'è un'interesse crocieristico. Ma la cosa più importante è lo scambio di esperienze, per esempio nella gestione della logistica. Un settore nel quale il porto di Napoli è estremamente interessato è l'aspetto ambientale, basta chiedere a Spirito. Qui a Los Angeles le navi attraccate sono alimentate con l'elettricità, il cold ironing».
 
I contenuti di questo know-how potrebbero essere: per Napoli lo sviluppo tecnologico, soprattutto in campo ambientale. Per Los Angeles nuove conoscenze nel campo della logistica dei passeggeri.
«Ma anche il movimento dei passeggeri e delle merci dal centro città al territorio circostante. Certo, San Pedro è una località lontana dal centro città, considerando la particolare morofologia di Los Angeles, e ha esigenze diverse. Ma attorno al porto di Napoli c'è una città, attorno a quello di Los Angeles si sta cercando di farne crescere un'altra, il che accende interessi culturali ed economici».
 
Un nuovo waterfront, per esempio.
«Sì, e anche la creazione, su iniziativa del counsil Buscaino, di un distretto italiano a San Pedro, dov'è stata creata recentemente una historical little italy, base per quello che dovrebbe trasformarsi in una vera e propria little italy, un quartiere che va al di là della memoria, una 'piazza Italia' per espandere le imprese italiane sulla west coast. Ci sono tanti modi per collaborare, alla base c'è un rapporto di amicizia tra le due città».
 
Un legame generazionale tra California e Sud Italia.
«È poco conosciuto. Inizia da Carlo III, che è stato contemporaneamente re di Napoli, della Sicilia e della California quando era colonia spagnola». 
 
San Pedro è popolata per lo più da ischitani e siciliani di Castellammare del golfo, di seconda e terza generazione.
«Qui si inserisce lo studio tra arte e portualità in corso tra il Museo di Capodimonte e l'Edith Ò Donnel Institute of Art History di Dallas, in Texas. È importante perché non si vive di soli valori materiali. Il porto di Napoli è in città, non poteva che essere oggetto di manifestazioni artistiche. Questo deve essere di ispirazione per Los Angeles».
 
Cultura accademica, economia turistica, imprenditoria. Tante iniziative.
«Arte, cultura, porto, migrazione, memoria, promozione turistica in una regione ricchissima come la Campania. C'è anche la sana alimentazione, il 2018 è "anno del cibo" per il ministero dell Politiche agricole. Alla terza edizione della "settimana della cucina nel mondo", organizzata dal ministero degli Affari Esteri che si terrà a Los Angeles a metà novembre, promuoveremo la cucina mediterranea e la cultura del buon vivere. Non ci sono singole entità separate ma tante realtà si integrano l'un l'altro».
 
Un macro tema, quello della relazione città-porto, dentro il quale ci sono cultura, economia e promozione turistica. Apriamo l'ultimo: la Zona economica speciale, ovvero la possibilità che imprenditori losangelini possano investire in Campania. In che modo?
«Attraerso la collaborazione tra la Camera di Commercio italoamericana e quella di Los Angeles. Abbiamo organizzato degli incontri con imprenditori interessati all'Europa, all'Italia. Spirito ha spiegato di cosa si tratta, quali sono gli incentivi con cui il mondo imprenditoriale losangelino potrà sbarcare nel Mediterraneo. Si tratta di seminare conoscenza e strumenti, lasciando alla libera impresa di usufruire delle risorse dello Stato italiano, nazionale, regionale e cittadino per incoraggiare la crescita dell'economia tramite la relazione tra due città. Il lavoro di noi diplomatici è quello di creare ponti».
 
Il consolato è un mediatore.
«Sotto la guida del ministero degli Esteri e dell'Ambasciata a Washington, svolge un compito importante nell'avvicinare mondi diversi ma compatibili e compenetrabili».