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17 aprile 2025, Aggiornato alle 14,13
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Politiche marittime

Assoporti chiede porti a misura d'Europa

Una lettera a Napolitano sulla riforma della rappresentanza delle Authority e per un piano logistico in linea con le Ten-T. Il tutto senza dimenticare l'autonomia finanziaria


Non è un New Deal dei porti, né una nuova stagione, ma il loro ammodernamento in linea con le politiche portuali degli altri paesi d'Europa. E' questa la richiesta che Assoporti fa direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrivendogli una lettera dove si propone rispettivamente la riforma delle Autorità portuali e la riorganizzazione della logistica sia lungo le coste che all'interno del territorio.
Alla base di tutto c'è la dell'autonomia finanziaria. L'associazione dei porti chiede «con forza» «quell'autonomia gestionale e finanziaria che rappresenta la condizione indispensabile per operare». Oggi c'è una legge che stabilisce un gettito trattenibile che non può andare oltre i 70 milioni di euro, troppo poco secondo gli operatori e l'associazione.
 
 
Il nuovo ruolo delle Autorità portuali. I punti su cui agire sono tre: parziale e temporanea fiscalizzazione degli oneri sociali delle imprese autorizzate dall'ex articolo 16,17,18 della legge 84/94; riduzione delle accise dei prodotti energetici utilizzati dai mezzi esclusivamente operanti in aree portuali; infine «la fissazione di certe ed omogenee regole in tema di IMU sui beni demaniali marittimi affidati in concessione». Per rendere possibile tutto ciò Assoporti vuole un nuovo ruolo delle Autorità portuali, che devono «diventare l'ente effettivamente responsabile dell'efficiente e coordinato andamenti di tutte le attività in porto». Questo significa che deve essere definito una volta per tutte il ruolo delle Authority come enti pubblici a gestione privata, evitando «improprie equiparazioni alle pubbliche amministrazioni» che portano tagli e riduzioni degli stipendi, disincentivando così lo sviluppo. 
L'Autorità portuale deve essere colei che rappresenta il porto in toto, includendo tutti i loro attori, un unico soggetto che faciliti il dialogo istituzionale. «Ad esempio – spiega Assoporti – Rotterdam incorpora al suo interno anche la "componente" Autorità marittima». Quindi anche dogane e sanità marittima dovrebbero, secondo l'associazione, essere incorporate in questa rappresentanza. Una bella sfida. Ma come farlo con oltre venti autorità portuali sparse per la penisola? «Ovviamente – conclude l'associazione – ciò non può motivare il proliferare di Ap». Piuttosto una razionalizzazione di questo tipo deve portare a «valutare forme di aggregazioni tra Autorità portuali».  
 
 
Logistica. Ten-T. Niente di più semplice, almeno nella comprensione. La logistica italiana deve elaborare un piano nazionale in linea con le reti trans europee di trasporto attraverso investimenti immediati su opere subito cantierabili. «Qualsiasi scelta in questo segmento – si legge nella lettera a Napolitano – sembra quindi doversi anche inserire in un quadro di priorità condivise con attori delle politiche del territorio e delle grandi infrastrutture che non sono propriamente portuali (Regioni, Rfi, Anas, Autostrade, etc.)».