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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Vico alla vicepresidenza Commissione anti-contraffazione

Il deputato regionale del Pd eletto alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla pirateria in campo commerciale. Vico: "L'Europa contrasta debolmente il fenomeno. Più controlli per preservare il made in Italy"


Il deputato regionale del Pd Ludovico Vico (nella foto) è stato eletto vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale. La Commissione, formata da 21 deputati, è stata istituita con delibera della Camera dei Deputati il 13 luglio scorso. L'organo di inchiesta procede alle indagini con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria che riguardano alcuni fenomeni strettamente connessi alle attività dei porti e delle dogane. Fu lo stesso parlamentare pugliese Vico, infatti, a sollevare in aula lo scorso 13 luglio il problema dei controlli nell'ambito dei mercati che attraversano l'Italia. «L'Unione Europea continua a tenere un basso profilo di contrasto a questi traffici – affermò Vico durante l'intervento – ora servono controlli e regole più severe per evitare la dispersione di un importante patrimonio che è il Made in Italy, ma anche lo tsunami elusivo di imposte (si stimano 30miliardi l'anno ndr) che alimentano il mercato delle organizzazioni criminali. La Commissione lavorerà in direzione della comprensione di alcuni pericolosissimi fenomeni che sono la sottofatturazione e la sovrafatturazione per suggerire un'azione di contrasto, di maggiore vigilanza e soprattutto di intelligence».
Contrasto netto dunque rispetto al mercato illegale di merci che danneggia soprattutto il Made in Italy. «C'è infatti un elevato rischio per la salute o la sicurezza delle persone – spiega Vico – basti pensare alle dentiere al piombo importate dalla Cina o alla ricambistica auto difettosa o ancora ai prodotti alimentari con chiari ed evidenti difetti di tracciabilità che inquinano le tavole dei paesi europei. Credo si dovrà lavorare molto in tal senso anche per un progetto di etichettatura obbligatoria che garantisca lo Stato, l'erario e le persone».