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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Politiche marittime

Venezia, stop (graduale) alle grandi navi. Giudecca perde 130 transiti

Dopo un anno e otto mesi, il governo applica in due fasi il decreto "anti inchini" Clini-Passera. Nel 2014 dovranno esserci non più di 530 transiti


La questione delle grandi navi a Venezia fa un passo avanti verso la soluzione definitiva. Ieri da Palazzo Chigi è arrivato un documento che annuncia l'attuazione graduale del decreto Clini-Passera, dopo un anno e nove mesi dalla sua firma, anche nella laguna della Serenissima. Il decreto, promulgato in gran fretta a marzo 2012, all'indomani della tragedia della Costa Concordia, non è mai stato applicato a Venezia perché mancavano, e mancano tuttora, vie di accesso alternative al canale di Giudecca (nel cuore del centro storico della città) per attraccare alla stazione marittima.
In attesa della creazione di nuovi accessi, il governo ha deciso di applicare gradualmente il decreto Clini-Passera.
• Dal primo gennaio 2014 sarà vietato nel canale Giudecca il transito di tutti i traghetti (secondo i calcoli di Palazzo Chigi ciò equivale a un calo del 25% del traffico annuale, e una conseguente riduzione del 50% delle emissioni) e obbligatoriamente ridotti del 20% rispetto al traffico del 2012 i transiti delle navi da crociera superiori alle 40mila tonnellate di stazza. Considerando che l'anno scorso il traffico di questo tipo è stato pari a 661 transiti, l'anno prossimo dovranno essere massimo 530, pari a circa 130 in meno.
• Dal primo novembre 2014 arriva l'attuazione del decreto "anti inchini" vero e proprio: divieto di transito a Giudecca per le navi da crociera superiori alle 96mila tonnellate. In più, non potranno attraccare più di cinque navi al giorno di questo tipo con stazza superiore alle 40mila tonnellate, che andranno concentrate nella prima mattinata e nel tardo pomeriggio.
Applicata la legge, ora c'è da studiare un passaggio alternativo a Giudecca. Il documento del governo ne ipotizza due: il canale Contorta Sant'Angelo come diramazione del canale Malamocco-Marghera o il canale Vittorio Emanuele. In entrambi i casi la stazione marittima resterà quella attuale.
Scontenti entrambi gli schieramenti, sia quelli a favore del transito delle grandi navi a pochi passi da piazza San Marco – riuniti nel Cruise Venice presieduto da Massimo Bernardo - sia quelli contrari rappresentati dal comitato No Grandi Navi. Bernardo reputa «assurdo» e «irrazionale» il limite d'ingresso in laguna delle navi con stazza superiore alle 96mila tonnellate, perché, oltre a portare «una perdita di 180 toccate l'anno», risulta «privo di ogni fondamento scientifico che finirà per mettere in ginocchio il porto di Venezia e ne segnerà la fine». Scontento anche il comitato No Grandi Navi. Pur «incassando quel po' di buono che c'è nella decisione romana», una nota recita che «così non avremo solo il terminal crociere in Marittima con lo scavo del Canale Contorta Sant'Angelo, oppure il nuovo terminal crociere a Porto Marghera. No, li avremo tutti e due!».
Alla riunione di Palazzo Chigi, presieduta dal premier Enrico Letta, hanno partecipato: Maurizio Lupi (ministro dei Trasporti), Andrea Orlando  (Ambiente), Massimo Bray (Beni e Attività Culturali), Filippo Patroni (sottosegretario Presidenza del Consiglio), Roberto Garolfi (segretario generale di Palazzo Chigi), Luca Zaia (presidente Regione Veneto), Giorgio Orsoni (sindaco di Venezia), e Paolo Costa (presidente Autorità portuale di Venezia).