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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Una norma "anti-inchino" all'esame del CdM

Un provvedimento interministeriale sulla base della legge 51/2001. A breve il Consiglio dei Ministri si riunirà per regolamentare il traffico navale nelle aree più a rischio del Mediterraneo


Una norma "più flessibile di un decreto" che possa stabilire con precisione le rotte di un certo tipo di navi in aree sensibili. E' questo il nocciolo del provvedimento interministeriale (dicastero dei Trasporti+Ambiente) che sarà esaminato a breve dal Consiglio dei Ministri all'indomani del disastro dell'Isola del Giglio. La norma sarà attuabile sula base di una legge già esistente, la 51 del 2001 (art. 5, comma 2). Essa «esiste da ben 10 anni – afferma il ministro dell'Ambiente Corrado Clini - e che ora applichiamo per la prima volta» dove, oltretutto, si parla anche dell'obbligo di costruire le navi con un doppio scafo. In particolare il ministro, nel corso dell'informativa del governo al Senato, annuncia che si sta «valutando la possibilità di una norma, applicabile in Italia, ma suggerita anche a livello internazionale», affinché sia previsto il doppio scafo anche per le grandi navi passeggeri il cui «stoccaggio di carburanti» superi certi limiti. I criteri con cui varare la norma saranno due. Il primo, linee guida per le Capitanerie di Porto con cui si cerca di individuare le competenze di quest'ultime; il secondo, l'indicazione di criteri sulla navigazione e non necessariamente sulla rotta. Le prime due aree più critiche a cui saranno indirizzate le misure sono l'Arcipelago Toscano e la Laguna di Venezia, che poi sono anche quelle maggiormente esposte a questi "condomini galleggianti". Le altre rotte più a rischio sono il Santuario internazionale dei Cetacei (un'area interessata da oltre 10.000 transiti commerciali all'anno), i parchi nazionali dell'Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, la riserva di Portofino.