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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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Ue, regole comuni per la lotta alla pirateria

Il vice presidente della Commissione Europea, Siim Kallas, afferma che bisogna stabilire principi giuridici condivisi in merito alle operazioni di contrasto del fenomeno, che coinvolgono militari e guardie private 


Sta raccogliendo consensi la proposta italiana ai partner europei di agire per tutelare il principio della libertà di navigazione in acque internazionali e il diritto degli Stati impegnati in operazioni antipirateria con i propri militari (o guardie private) ad avere "giurisdizione esclusiva" su ciò che accade in alto mare. Il vice presidente della Commissione Ue, Siim Kallas, intervenendo ieri a Bruxelles nel corso di una conferenza sulla pirateria, ha detto che bisogna "stabilire un approccio comune internazionale e limitare le 'zone grigie' pericolose aiuterà a contrastare la pirateria riducendo al contempo i rischi per i marinai, le società e gli stati interessati". E' di pochi giorni fa la decisione dell'Unione Europea (seguita da un medesimo provvedimento della Nato) di mantenere il proprio contingente navale nel mare Arabico sino alla fine del 2014 e di estendere le capacità d'intervento dei militari, che saranno autorizzati ad effettuare vere e proprie incursioni sulle coste somale per distruggere barche, depositi di armi e di carburante dei pirati. Le forze internazionali stanno cercando di far fronte ad una nuova recrudescenza degli attacchi dopo il calo che era stato segnalato nel 2011 Ma il quadro giuridico resta inadeguato, considerando l'aumento degli ingaggi privati di militari a bordo di navi che temono di essere assalite.