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14 marzo 2025, Aggiornato alle 16,34
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Infrastrutture

Tsunami e terremoti, il ruolo chiave del porto. Salerno sperimenta il Gis

Le aree portuali sono tra le zone più colpite da terremoti e maremoti. Allo stesso modo costituiscono infrastrutture strategiche per i soccorsi. Come difendere le banchine? Il porto di Salerno sperimenta il Geographical Information System


Quali danni fa un terremoto alle infrastrutture portuali? A queste e altre domande ha cercato di rispondere Eucentre che, in un convegno a Roma presso il ministero dei Trasporti, ha presentato i risultati di un progetto di ricerca finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile. "Mappatura del rischio sismico nei porti marittimi nazionali" è stato il titolo dell'incontro.
Uno degli strumenti utilizzati a simulare un evento sismico è il Gis (Geographical Information System), che è stato sperimentato per la prima volta sul territorio nazionale nel porto di Salerno, così da costituire una base metodologica anche per altri scali italiani. 
Il Gis è servito a calcolare la stima della vulnerabilità e del danneggiamento sismico delle infrastrutture portuali marittime e a creare una banca dati utile come linea guida per la progettazione sismica di nuove opere portuali marittime e la verifica di quelle esistenti.
Non a caso a Salerno sono già in corso di esecuzione interventi infrastrutturali molto importanti volti a consolidare e adeguare le banchine alle attuali norme sismiche e ai maggiori carichi conseguenti all'incremento  dei traffici portuali.
Nel corso del convegno la presentazione di un'approfondita campagna di sondaggi geognostici ha preceduto la progettazione degli addetti lavori. Sono state effettuate prove geotecniche con dilatometro sismico (Sdmt) finalizzate alla valutazione del rischio di liquefazione dei terreni in situ sotto l'azione sismica: un'avanzata metodologia made in Italy che il porto di Salerno è stato tra i primi ad utilizzare. 
Le aree portuali sono tra le zone a più alto impatto sismico: vulnerabili ed esposte alle intemperie. Basti pensare allo tsunami provocato dal terremoto di Fukushima. Eppure, proprio gli scali commerciali, in caso di sismi di elevata magnitudo e frequenza, costituiscono infrastrutture "strategiche" per un'immediata ed  efficace risposta ai danni provocati. Il funzionamento dei soccorsi ha negli spostamenti terra-mare uno dei suoi percorsi chiave e che può quindi subire un brusco rallentamento laddove anche i  porti, in particolare le banchine, riportino ingenti danni causati. La più o meno rapida ripresa delle economie locali di un'area colpita da un terremoto/maremoto può dipendere in gran parte dalla capacità di risposta del porto.