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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Tre big per Tirrenia

Aponte, Grimaldi e Onorato danno vita a "Compagnia Italiana di Navigazione", joint per acquisire Tirrenia. Obiettivi: mantenere a Napoli il cuore della società, rilanciare l'occupazione e creare occasioni di lavoro in un territorio che non offre possibilità di ricambio. Il testo del comunicato congiunto dei tre armatori.  di Bianca d'Antonio  


Nasce una inedita aggregazione nel mondo armatoriale tra Aponte, Grimaldi ed Onorato per dar vita, con quote paritarie, alla nuova "Compagnia Italiana di Navigazione". La notizia viene anticipata nell'edizione di oggi de Il Mattino di Napoli. Obiettivo dell'iniziativa, l'acquisizione di Tirrenia. Oggi l'annuncio proprio alla vigilia, come previsto dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea, della partenza delle lettere con la richiesta di continuare la gara solo per quei concorrenti che, su indicazione dell'advisor Rotschild, il commissario riterrà abbiano i requisiti  richiesti per partecipare alla gara. Potrebbe dunque essere la Compagnia Italiana di Navigazione (l'aggregazione formatasi in corsa è prevista dalla legge) la più accreditata ad aggiudicarsi la compagnia di Rione Sirignano? La caratura dei partecipanti sembrerebbe porre più di una ipoteca. Usiamo il condizionale  perché, prima di arrivare alla decisione finale, bisogna passare dalla gara vera e propria, alla scelta della short list da parte del commissario straordinario, fino alla decisione finale che spetta a Fintecna, unico azionista di Tirrenia, ed al ministro dell'Economia Tremonti. Ma come si spiega la discesa in campo dei tre più importanti armatori a livello mondiale ed europeo che operano anche nelle autostrade del mare? I diretti protagonisti, tutti napoletani (Aponte ha quartier generale a Ginevra ma radici a Piano di Sorrento e forti interessi a Napoli, Grimaldi è da sempre radicato nella città di Partenope, Onorato è napoletano trasferito all'isola d'Elba, ma con cuore tutto partenopeo) la vedono come una risposta tutta napoletana alla grave crisi che sta vivendo la città, un impegno diretto di quell'armamento che, molto forte nella regione, non viene spesso considerato come uno dei più forti volani dell'economia e che, in questo caso, vuole dare una risposta di speranza e di riscatto a Napoli. "E' una scelta che risponde soprattutto a motivazioni di ordine sociale – spiega Emanuele Grimaldi, coamministratore dell'omonimo gruppo – la città non offre una possibilità di ricambio, non c'è mobilità, non ci sono occasioni di lavoro ed allora, dividendoci oneri e responsabilità, ci è sembrato che questa fosse una soluzione ottima, per le banche, per i sindacati, per i lavoratori e perché no, anche il governo. I punti chiave della nostra offerta sono infatti, che la sede rimanga a Napoli, le navi conservino la bandiera italiana e vengano riassorbiti tutti i lavoratori che hanno voglia di lavorare. Anzi, la nostra posizione guarda ad un consolidamento dei livelli occupazionali". La nuova "Compagnia Italiana di Navigazione" avrà una sua governance autonoma con un amministratore delegato, anch'egli  napoletano doc, di elevate capacità ed esperienza nel settore. Il suo primo compito sarà quello di gestire le attuali linee esercite da Tirrenia e, con il contributo dell'esperienza e della spiccata competenza dei tre player del settore, renderla non solo competitiva sul mercato ma farne anche un veicolo per sviluppare altre autostrade nel Mediterraneo.

Bianca d'Antonio

Questo il testo del comunicato congiunto dei tre armatori interessati diramato nel primo pomeriggio di oggi 9 novembre:

 "Gli armatori Gianluigi Aponte, Emanuele Grimaldi e Vincenzo Onorato hanno intrapreso un'iniziativa congiunta nell'ambito del processo di privatizzazione della Tirrenia.
La condivisione delle radici napoletane ed il profondo attaccamento alla città hanno indotto i tre Armatori a creare una nuova Società, la "Compagnia Italiana di Navigazione", allo scopo di rilevare la Tirrenia, mirando a preservare il patrimonio che l'azienda di Stato rappresenta per il tessuto socio-economico locale, sia in termini di impatto occupazionale che di redditi distribuiti. L'obiettivo è quello di strutturare una Società autonoma ed indipendente, dotata di una propria governance, che possa operare in modo efficiente ed orientato al mercato, supportata dal know how e dalle competenze di tutti i soci, pur senza essere controllata da nessuno di essi. Si ritiene che l'iniziativa, alla luce della professionalità, della serietà e della tradizione dei tre Armatori direttamente interessati, possa essere accolta positivamente da tutte le parti coinvolte nel processo di privatizzazione".