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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Tornano le restrizioni, cluster trasporto chiede di non commettere gli stessi errori

Lunedì prossimo un incontro di crisi tra OMS e ILO affronterà la questione. Quattro associazioni internazionali chiedono di garantire la mobilità a marittimi, autisti e vettori aerei

(IFA teched/Flickr)

Le restrizioni in corso alla mobilità per via della quarta ondata, portata dalla variante Omicron individuata per la prima volta in Sudafrica, stanno nuovamente mettendo i lavoratori dei trasporti sotto pressione, scombinando la regolarità degli approvvigionamenti. Lo denunciano praticamente tutte le associazioni internazionali del trasporto: mezzi pesanti, marittimi, armatori, cargo ferroviario, lavoratori aeroportuali e piloti di aerei.

IATA (International Air Transport Association), ICS (International Chamber of Shipping), IRU (International Road Transport Union) e ITF (International Transport Workers' Federation) hanno chiesto congiuntamente ai governi di non reimpostare le restrizioni alle frontiere che limitano ulteriormente la libertà di movimento dei lavoratori dei trasporti internazionali e imparare dalle lezioni degli ultimi due anni. Tutte insieme rappresentano 20 trilioni di dollari in commercio mondiale e 65 milioni di lavoratori tra diretto e indotto.

Sono cinque le richieste avanzate:

• garantire la libera circolazione;
• dare priorità a questi lavoratori sui vaccini;
• adottare protocolli di viaggio internazionali, come già approvato da ILO, IMO, WHO e ICAO;
• creare certificati validi per tutte le frontiere;
• aumentare la fornitura di vaccini.

Lunedì prossimo è stato fissato un incontro di crisi tra l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro per discutere tra le altre cose di queste raccomandazioni.

Le associazioni sottolineano che i lavoratori del trasporto transfrontaliero - marittimi, personale di volo e autisti, principalmente - devono essere in grado di continuare a svolgere il proprio lavoro e attraversare le frontiere senza regole di viaggio eccessivamente restrittive, per mantenere in movimento le catene di approvvigionamento già in difficoltà.

È passata all'incirca una settimana da quando l'Organizzazione mondiale della sanità ha designato il nuovo ceppo Omicron di COVID-19 come "variante preoccupante. Da allora, almeno 56 paesi hanno reimpostato vari gradi di restrizioni di viaggio, fino al lockdown.

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