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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Tirrenia, sindacati contrari alla cassa integrazione

Confermato lo sciopero di lunedì 22 novembre. Respinta la soppressione della linea Bari-Durazzo che invece, rimanendo attiva, può utlizzare marittimi senza l'avvio alla cassa integrazione


I sindacati di Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti convocati ieri al Ministero del Lavoro per la procedura di cassa integrazione prevista per 722 marittimi di Tirrenia, hanno ribadito la loro netta contrarietà al provvedimento. Il Ministero del Lavoro, afferma una nota sindacale, preso atto delle posizioni sindacali ha riconvocato le parti per il prossimo 23 novembre, ultimo giorno utile per un eventuale accordo congiunto. I sindacati, nel confermare lo sciopero già proclamato per lunedì 22 novembre, auspicano "con forza la necessità di un intervento del governo per scongiurare la cassa integrazione".
Occorre invece procedere – spiega il Segretario Nazionale della Fit-Cisl, Beniamino Leone – secondo gli accordi già stabiliti alla privatizzazione di Tirrenia, senza negative forzature, né interventi sui livelli occupazionali, sul presidio del mercato e sui collegamenti. Secondo quanto ha, poi, spiegato la Federazione dei trasporti della Cgil "la richiesta di cigs non è assolutamente necessaria e può essere evitata, lasciando in attività la linea Bari Durazzo, invece dell'ipotizzata cessione ad un'altra società a scafo nudo che riguarda la sola nave operativa senza equipaggio. Inoltre - ha sottolineato il sindacato di categoria - in attesa dell'unità navale necessaria per la linea Genova - Olbia - Arbatax i lavoratori possono essere imbarcati su altre unità, riducendo in questo modo il ricorso alle ore di lavoro straordinario e svolgendo attività di manutenzione e sistemazione delle navi assolutamente necessarie".