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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Tirrenia, nuovo anno all'insegna dello sciopero

L'ultimo incontro al ministero del Lavoro tra sindacati e azienda non ha portato a nessun accordo

Lavoratori Tirrenia stendono uno striscione sulla Casa del Portuale, nel porto di Napoli

Tra sindacati e azienda non c'è trattativa al momento, così i lavoratori sono pronti allo sciopero. La crisi di Tirrenia è appena iniziata e, dopo l'ultima riunione del 20 dicembre a Roma, al ministero del Lavoro, la situazione non è migliorata dai mille esuberi tra i marittimi prospettati dall'ex compagnia di bandiera, oggi Compagnia Italiana di Navigazione, oltre alla chiusura delle sedi di Napoli e Cagliari con trasferimento coatto del personale amministrativo tra Porto Ferraio, Livorno e Milano. All'incontro tra una delegazione di Tirrenia CIN e Unione Sindacale di Base nazionale Mare e Porti, alla presenza dellla direzione generale dei rapporti di lavoro del Ministero, i sindacati hanno chiesto l'attivazione di un tavolo, «formalità obbligatorie previste dalla legge 146/90 sullo sciopero dei servizi essenziali, ma possono sempre essere uno spunto di costruttivo e momenti utili per le negoziazioni», sottolinea l'USB. «La chiusura degli uffici amministrativi - continua - è solo una riorganizzazione necessaria per evitare doppioni, tale scelta non produce esuberi dato che il personale sarà ricollocatio a Livorno, Portoferraio o Milano mentre la proroga della continuità marittima è necessaria per confermare l'attuale operativo e e gli organici». Definito un «licenziamento mascherato», il trasferimento interessa 63 persone, di cui solo una da Cagliari.

È ormai questione di tempo per l'annuncio del primo sciopero dei lavoratori di Tirrenia, di fronte a una compagnia «che non investe a sufficienza sul futuro».