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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Tirrenia non chiude (ancora) la sede di Napoli

Al fondo Solimare ricorreranno solo gli amministrativi, i marittimi sono esclusi. I sindacati si aspettano una «moderata ripresa delle prenotazioni»


Reimpiego di tutte le navi in flotta e ricorso al fondo Solimare solo per gli amministrativi, senza coinvolgere i marittimi. Infine, ulteriore rinvio della chiusura della storica sede di Napoli, dopo una prima posticipazione dovuta al lockdown. Sono le ultime novità sulla crisi di Tirrenia, decise dai vertici della compagnia del gruppo Onorato dopo un tavolo con Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

«Per gli stessi amministrativi è stata accolta la soluzione, da noi caldeggiata, della sospensione temporanea del provvedimento di chiusura della sede di Napoli e pertanto non verranno al momento attuati i trasferimenti del personale», spiegano i sindacati in una nota.

Si ridimensiona, quindi, la crisi della compagnia marittima ex di bandiera dopo il primo annuncio. a dicembre dell'anno scorso, di un piano da circa 1,200 esuberi con la chiusura delle sedi di Napoli (circa 60 dipendenti da delocalizzare a Portoferraio, Livorno e Milano) e Cagliari (un dipendente). 

I sindacati si aspettano «una moderata ripresa delle prenotazioni che lascia prevedere degli spiragli positivi per la ripresa, così come potrebbe incidere positivamente sulla partita nel confronto con i creditori, ad oggi ancora aperta». Ad aprile un nuovo accordo tra i commissari amministatori e Compagnia Italiana di Navigazione, proprietaria di Tirrenia, ha permesso di spostare il serquestro preventivo di beni per 55 milioni dai conti correnti agli asset, le navi, interrompendo uno stallo che avrebbe bloccato i servizi marittimi, con gravi conseguenze. Infine, a maggio la convenzione con lo Stato per la continuità territoriale è stata prorogata: il Dl Rilancio ha stabilito che la nuova data di scadenza con contestuale lancio di un nuovo bando (sarebbe dovuto accadere a luglio) potrà essere rimandata fino a un anno dalla fine dello stato di emergenza. A proposito del nuovo bando, i sindacati hanno chiesto un incontro con la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, «per avviare un confronto sui termini del bando di gara che verrà espletato per le tratte in convenzione, oltre alla questione della clausola sociale, che più volte ci è stata confermata».