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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Armatori

Tirrenia, lo scontro continua

Da una parte Cin e governo pressano la Regione Sardegna affinché accetti l'offerta di Aponte, Grimaldi e Onorato di entrare con il 15% delle azioni senza potere di veto, dall'altra l'ente regionale non sembra concedere alcunché. Il 29 luglio appuntamento a Palazzo Chigi di Paolo Bosso  


L'affare Tirrenia è rimandato al 29 luglio, giorno in cui tutti i soggetti interessati si riuniranno a Palazzo Chigi per chiudere, forse definitivamente, la partita.  La situazione al momento è la seguente: il governo e la cordata di armatori della Compagnia Italiana di Navigazione hanno fatto fronte compatto e stanno pressando la Regione Sardegna affinché entri nella compagine azionaria dell'unica società rimasta in gara. La Cin ha offerto il 15% delle azioni, ma solo a patto che non abbia alcun potere di veto. Un'opzione che la Regione non accetterà mai, se non a certe condizioni. E infatti per ora ha risposto no grazie. «Da parte nostra non ci saranno passi indietro – fa sapere il presidente dell'ente regionale Ugo Cappellacci – ieri come oggi siamo disposti a dialogare col governo e le compagnie, purché siano rispettati i diritti della Sardegna alla mobilità, al lavoro e alla libertà d'impresa».
Per i sindacati l'offerta di Cin è «irricevibile» come ha fatto sapere il segretario regionale Cgil Enzo Costa. Ma per Costa anche la Regione ha le sue colpe, essendo stata capace di «infilarsi in questa situazione nonostante avesse dalla sua il potere di istruire una gara internazionale per affidare le rotte».
Intanto Altro Consumo, dopo l'inchiesta sulla sicurezza dei traghetti italiani, ha avviato una class action per chiedere agli armatori il rimborso del 50% dei biglietti sulle rotte da e per la Sardegna.
 
Paolo Bosso