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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Tirrenia, Federmar: "La vittoria della Regione Sicilia non è casuale"

Secondo il il segretario nazionale Federmar-Cisal, il mantenimento di Tirrenia e Siremar nel processo di vendita ha indotto gli altri pretendenti a fuggire. Gli errori dei sindacati e le incognite sull'occupazione


Federmar-Cisal non usa mezzi termini, la partecipazione della Regione Sicilia alla gara per Tirrenia aveva delle finalità ben precise: indurre gli altri pretendenti ad abbandonare la gara.
Per il segretario nazionale di Federmar-Cisal, Alessandro Pico, la chiave di tutto è nel mantenimento in gara sia della Tirrenia che di Siremar. «Oggi appare evidente che per realizzare in prospettiva tale ambizioso progetto, alla Regione Siciliana non serviva tanto l'acquisizione della Siremar quanto un'azienda di maggiori dimensioni, qual è la Tirrenia, alla cui gara non avrebbe di certo potuto partecipare, almeno come Regione, qualora avesse accettato la proprietà della Siremar» spiega Pico. Secondo il segretario, il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo «ha rovesciato completamente l'impostazione della privatizzazione data dal governo e dai sindacati confederali perché, mantenendo in gioco pure la Siremar, ha fatto fuggire tutti i possibili pretendenti della Tirrenia con il risultato che alla fine del percorso l'assegnazione è stata forzatamente fatta alle condizioni dell'unica società rimasta in gara, la Mediterranea Holding partecipata per l'appunto dalla Regione Sicilia».
L'incognita occupazione. «Dopo avere ignorato a lungo le pressanti richieste dei sindacati di essere convocati per definire le tutele sociali per i lavoratori - ha rilevato Pico - il ministro Matteoli ha affermato che li convocherà successivamente alla firma del contratto di vendita: a questo punto però c'è da chiedersi quali possano essere i margini per modificare decisioni che riguardano i lavoratori ma che evidentemente sono già state prese e fissate nella trattativa tra cedente ed acquistante».
Gli errori dei sindacati. I sindacati non sono esenti da colpe. Per Pico lo sbaglio è stato quello di chiedere il trasferimento delle società minori alle rispettive Regioni, «ipotesi molto cara alla Confitarma», mentre, al fine di avere maggiore potere contrattuale e trattare le tutele per i lavoratori in un unico contesto, «sarebbe stato più logico opporsi allo spezzettamento del gruppo». Secondo Pico «oggi le medesime organizzazioni sindacali non hanno nulla in mano, né piani industriali per capire come si articolerà il futuro delle singole società né tantomeno tutele per l'occupazione e per i rapporti di lavoro».