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10 aprile 2025, Aggiornato alle 14,10
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Eventi

Tesori sommersi, arriva l'archeologo robot

Si chiama Tifone ed è stato messo a punto dagli specialisti dell'Università di Firenze. Potrà spingersi fino a 300 metri di profondità con un'autonomia di otto ore


Esplorerà i fondali marini a caccia di tesori nascosti o rimasti intrappolati dentro i relitti di navi affondate. La novità è che potrà lavorare per ore senza l'ausilio di bombole. Il formidabile avventuriero degli abissi si chiama Tifone e non è un umano dotato di particolari poteri, ma uno speciale robot progettato e costruito dagli esperti dell'Università di Firenze per il programma "Thesaurus", dedicato allo sviluppo di tecnologie di ricerca per l'indagine archeologica subacquea. Nei giorni scorsi l'apparecchio è stato sperimentato nel bacino di Roffia, a San Miniato, in provincia di Pisa, dove sono in corso una serie di prove per verificarne il corretto funzionamento. Il robot, lungo circa 3,7 metri e con un peso di 170 chilogrammi, può spingersi fino a 300 metri di profondità sotto il livello del mare, viaggiando ad una velocità massima di 5 nodi con una autonomia di 8 ore: caratteristiche assai utili al perseguimento della sua missione, che sarà quella di rilevare, documentare, censire e monitorare siti sottomarini, relitti o altri tipi di reperti. Una volta pronto, Tifone partirà per le missioni vere, non in solitaria ma in compagnia dei suoi simili, affiancato cioè da due esemplari gemelli, ora in costruzione, con i quali dialogherà attraverso modem a ultrasuoni. I tre veicoli verranno utilizzati per la prima volta insieme come fossero un branco di pesci, in primavera: Il test di 'lavoro collettivo' sarà effettuato sul relitto dello "Scoglietto" all'Isola d'Elba, ad una profondità di ottanta metri.