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20 dicembre 2024, Aggiornato alle 18,38
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Eventi - Logistica

Supply chain dell'eolico galleggiante, incontro a Napoli tra mondo della ricerca e industria

Le prospettive del settore nel workshop organizzato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II e da Seapower scrl


Ridurre le emissioni di co2, il caro energia e la dipendenza dalle fonti energetiche convenzionali e creare nuovi posti di lavoro: l'eolico galleggiante è probabilmente l'unica possibilità per incrementare le energie rinnovabili in Italia e raggiungere gli obiettivi posti dalla Comunità europea per il 2030. Questo è stato il focus del workshop organizzato nei giorni scorsi dall'Università degli Studi di Napoli Federico II e da Seapower scrl, in collaborazione con la Reale Ambasciata Danese a Roma, CNR-INM e Owemes, dal titolo "Challenges in developing floating offshore wind farms in Italy: a unique opportunity for job creation", un incontro tra mondo della ricerca, industria, sviluppatori e decisori politici, in cui si è discusso sulle possibilità di sfruttamento dell'energia eolica nelle acque profonde, in particolare nei nostri mari, delineando così le opportunità di sviluppo a vantaggio della costituenda filiera italiana d'ambito.

Il meridione è considerato la zona più "fertile" per lo sfruttamento dell'eolico offshore. Per realizzare una sola turbina eolica galleggiante offshore occorrono circa 20.000 tonnellate di acciaio e una produzione di turbine in grande quantità contribuirebbe notevolmente al rilancio dell'industria siderurgica ed anche navale nel nostro Paese, permettendo, inoltre, il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla comunità europea di produzione di energie da fonti rinnovabili per il 2030. Le domande di connessione presentate a Terna per progetti nel nostro mare sono al momento pari a 300GW. La realizzazione di impianti galleggianti solo per un decimo di tale potenza, sufficienti ad alimentare 20 milioni di abitazioni, implicherebbe nuovi posti di lavoro in circa 15.000 unità entro il 2025 e 30.000 entro il 2030.

"È necessaria una nuova modalità con la quale portare avanti lo sviluppo e l'uso delle rinnovabili, avviando con decisione iniziative concrete, con molta più determinazione di quanto è stato fatto sinora", ha detto Domenico Coiro, Dipartimento di Ingegneria Industriale-Sezione Aerospaziale, Università degli Studi di Napoli Federico II e presidente Seapower scrl. "Tutto l'eolico a terra (onshore) in Italia, fino ad oggi, è stato realizzato impiegando turbine eoliche acquistate all'estero. Di fatto, abbiamo finanziato le aziende tedesche, danesi, spagnole ecc., incrementando la loro forza lavoro. Oggi, da un punto di vista istituzionale, il Ministero sta facendo la sua parte, cercando di velocizzare le procedure autorizzative. Sarebbe estremamente utile costituire una struttura centrale, ben supportata dal punto di vista tecnico, deputata a far da cerniera tra gli enti pubblici ed il mondo industriale e della ricerca, che possa coordinare il lavoro, per rendere tutto più fluido e rapido. In passato ci sono state grandi carenze nella produzione di energia rinnovabile: ora è il momento di mettersi in gioco – ha concluso Coiro – ed è questa l'occasione per abbattere i costi energetici, diventare indipendenti, ma soprattutto incrementare l'occupazione, in particolare al Sud".
 

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