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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Sindacati confermano contrarietà all'autoproduzione

Secondo Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti aumenterebbero sfruttamento e infortuni, oltre ad abbassare la qualità dei servizi portuali

(luigimarino/Flickr)

«Non porterebbe maggior sviluppo nei porti bensì maggior sfruttamento». Così Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti ribadiscono la loro contrarietà all'eliminazione dei limiti all'autoproduzione, come proposto dall'Antitrust al governo.

I sindacati sottolineano come «asserire che obbligando il personale marittimo alle operazioni di carico e scarico delle navi porterebbe maggior sviluppo significa non conoscere i porti e scegliere di stare dalla parte di alcune imprese a danno del sistema complessivo e a danno dei lavoratori. Il nodo vero è la forte spinta di queste imprese nel voler difendere il proprio potere di mercato e favorire una liberalizzazione selvaggia dei servizi tecnico nautici e della stessa autoproduzione piuttosto che dover affidare le operazioni portuali, a determinate condizioni, ai soggetti individuati dalla legge».

Secondo le tre sigle sindacali la liberalizzazione dell'autoproduzione avvierebbe una «concorrenza malsana, non basata sulla qualità del servizio offerto», favorendo «il dumping contrattuale e, potenzialmente, gli infortuni sul lavoro. Come sindacati chiediamo semplicemente che ognuno faccia il suo lavoro, per cui il lavoro dei portuali sia lasciato a loro, dato che hanno una formazione specifica e visto che gli infortuni sul lavoro nei porti non sono una rarità».

Lo sviluppo portuale non passa per l'autoproduzione ma «con collegamenti terrestri migliori e più veloci, con adeguamenti infrastrutturali per vocazione specialistica, con investimenti immateriali per connessioni più efficaci, con procedure più snelle nei controlli alle merci». 

Infine, si esorta il ministero delle Infrastrutture a emanare «urgentemente il decreto attuativo della norma così come è opportuno affrontare con i ministeri competenti la questione del ruolo dell'Autorità dei Trasporti atteso che, sempre più spesso, assistiamo a pronunciamenti discutibili».

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