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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Politiche marittime

Sicurezza in mare, l'Europa punta al sistema comune di informazioni

Un documento della Commissione Ue sollecita gli Stati membri ad abbattere le barriere della comunicazione tra autorità civili e militari. Risparmio previsto: 400 milioni di euro l'anno


E se tutte le autorità marittime europee potessero conoscere in tempo reale i mezzi degli Stati membri disponibili per coordinare gli interventi in caso di salvataggi in mare? Una prima risposta concreta a questo interrogativo cerca di darla la Commissione europea con la pubblicazione di un documento in cui sollecita i 28 a sviluppare un sistema comune per la condivisione delle informazioni (Cise), abbattendo le barriere della comunicazione tra le autorità civili e militari. Le nazioni potrebbero utilmente scambiarsi anche le schede di immatricolazione delle barche da diporto per lottare contro la criminalità organizzata, o ancora gestire gravi crisi marittime come quella della Concordia. In questo modo si potrebbe ridurre del 40% la raccolta degli stessi dati con un'economia di spesa che andrebbe fino a 400 milioni di euro l'anno. Per la commissaria alla pesca e alla attività marittima, Maria Damanaki, la condivisione di queste informazioni non solo eviterebbe doppioni nella raccolta dei dati, ma anche l'utilizzo di navi, aerei, elicotteri, o satelliti di sorveglianza nelle stesse zone marittime. "Non possiamo permetterci - dichiara - un tale spreco di sforzi e di fondi". L'obiettivo della comunicazione di Bruxelles, che sarà trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo, é di fare il punto sulla situazione attuale e identificare, sulla base di quanto già realizzato, i settori nei quali altre azioni potrebbero essere integrate.