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14 febbraio 2025, Aggiornato alle 17,06
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Scarichi alla Gaiola: Marevivo e Greenpeace ricorrono al Tar Campania

Per le due associazioni, è illegittimo il decreto del ministero dell'Ambiente che dà il via libera al Piano di Invitalia: danneggerebbe ambiente, salute ed economia dell'Area Marina Protetta


Danni ambientali, sanitari ed economici sono le gravi conseguenze a cui porterebbe la realizzazione del "Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana" (PRARU) di Bagnoli-Coroglio a Napoli, a cui il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il ministero della Cultura, ha dato il via libera con Decreto n. 421 del 29.11.2024. Per questo, Fondazione Marevivo, Delegazione Marevivo Campania e Greenpeace Italia hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania definendo il decreto "illegittimo" e "idoneo a compromettere gravemente e in modo irreversibile la Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida e l'area marina protetta Parco Sommerso di Gaiola", scrivono gli avvocati Marone e Fucci, in rappresentanza delle realtà ambientaliste.

Il paradosso è che, elaborato con il dichiarato intento di "riqualificazione ambientale" del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli, il Piano di Invitalia (il soggetto attuatore) vira in direzione diametralmente opposta e prevede l'ampliamento del collettore fognario e la realizzazione di nuovi scarichi fognari di bypass proprio in piena area protetta. In caso di pioggia, fino a 206 metri cubi al secondo di liquami ed acque potenzialmente tossiche di dilavamento urbano finiranno in mare sulla battigia con effetti devastanti su tutto il litorale cittadino, sul delicato ecosistema marino dell'area protetta e sulla salute dei cittadini napoletani. Lo specchio di mare tra la Gaiola e Nisida è la zona di più alto pregio naturalistico e culturale; ospita scogliere, grotte, vasti banchi di coralligeno e praterie di Posidonia oceanica, tutelati dalla "Direttiva Habitat" e dalla "Convenzione di Barcellona" e, non a caso, rientra nella "Rete Natura 2000", diffusa sul territorio dell'Unione Europea a tutela degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati a livello comunitario.

"È evidente che c'è un grave e assurdo cortocircuito se un piano di Bonifica e Risanamento Ambientale sceglie come area sacrificale per lo scarico di nuovi scolmatoi fognari proprio la Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida, nonostante le norme a tutela dell'area - spiega Maurizio Simeone, direttore dell'AMP Parco Sommerso di Gaiola, che da mesi denuncia i potenziali danni ambientali provocati dal Piano di Invitalia. - È una scelta devastante per il mare di Napoli, ma anche un grave precedente per tutto il sistema delle aree marine protette italiane ed europee. Questo ricorso al TAR è prima di tutto un grandissimo atto di amore per il nostro mare".

"L'impegno di Marevivo per Gaiola è iniziato più di 35 anni fa e ancora continua, abbiamo impiegato 13 anni per far sì che diventasse un'area protetta e non ci siamo mai girati dall'altra parte. Abbiamo avviato una call to action democratica, non urliamo, ci muoviamo seguendo le vie legali convinti delle nostre ragioni – dichiara Rosalba Giugni, presidente Fondazione Marevivo. - Ringrazio tutti coloro che supportano questa causa, tra cui il direttore Simeone, che fa da sentinella ogni giorno, la Consigliera Roberta Gaeta da sempre in prima linea in questa battaglia e gli avvocati Marone e Fucci".