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06 settembre 2024, Aggiornato alle 15,50
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Politiche marittime

Santi (Federagenti): "L'Italia al G7 deve dettare un'agenda europea del mare"

Secondo la federazione degli agenti marittimi in occasione del vertice di Borgo Egnazia il governo italiano deve farsi promotore di nuovi equilibri che guardino a un Mediterraneo allargato

Il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, e il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenskyy (Number 10/Flickr)

Dopo l'Economist anche il Guardian, che ieri ha intitolato ‘All eyes are on her', rileva come tutte le attenzioni europee e mondiali sono rivolte alla presidente del Consiglio, Gioria Meloni, «non solo perché ha il ruolo di padrona di casa del G7 di questi giorni in Puglia [che si sta tenendo a Borgo Egnazia]», ma perché ha «l'occasione unica» di «dettare sul mare (e la Puglia non a caso ne è il baricentro) un'agenda europea che ponga nuovamente il Mediterraneo al centro e che trovi proprio in Roma una guida salda per disegnare equilibri futuri, ma specialmente per partecipare attivamente, con un ruolo da protagonista, a un nuovo ordine che riguardi tutto il bacino Mediterraneo allargato al Mar Rosso e al mar Nero». Lo afferma in una nota Alessandro Santi, presidente di Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi, secondo il quale l'Italia è «l'unico Paese europeo uscito dal voto per Bruxelles non solo con una governance confermata ma anche rafforzata, a fronte di un'instabilità e di veri e propri terremoti politici che attraversano nei fatti la maggioranza dei principali paesi Ue in balia degli estremismi».

«I porti in questa operazione - continua Santi - dovrebbero svolgere una funzione essenziale, ma proprio in questi giorni si sta assistendo a una crisi di governance portuale che rischia anche di ripercuotersi sulla tempistica della realizzazione delle nuove opere che riguardano il sistema portuale e logistico. Peraltro allontanando nel tempo le ipotesi di riforma del settore ora quanto mai necessaria. La sovrapproduzione di norme, la loro poca chiarezza e propensione alla libera interpretazione, la sovrapposizione di norme, di definizioni di ruoli e di sistemi di controllo non fanno altro che alimentare situazioni di incertezza e di stallo che causano ritardi e la fuga degli investitori dal nostro Paese. Per quello che ci compete e certo per l'osservatorio privilegiato sui traffici internazionali, come agenti marittimi ci sentiamo in diritto e in dovere di rivolgere un appello diretto alla Premier Giorgia Meloni, affinché non faccia perpetuare e riproporre nella portualità e nel sistema logistico gli errori del passato. È invece il momento di ‘dare le carte'».

«Rischiamo nuovamente – conclude Santi – di trovarci impantanati in una stagione a rischio immobilismo e ciò proprio nel momento in cui, sia sul fronte delle opere sia sul fronte organizzativo e operativo, i porti, ciascuno con la propria vocazione, sarebbero chiamati a un vero e proprio rush, sfruttando il recupero di centralità. La credibilità e robustezza internazionale di oggi deriva anche dal fatto che abbiamo la seconda portualità europea (lottiamo la posizione con la Spagna) e che siamo il secondo paese manifatturiero (dopo la Germania): il nostro binomio capacità logistica / performance industriale (ad ampio spettro) è la nostra vera forza, binomio, questo, unico nel panorama europeo; e tendiamo a dimenticarcelo troppo spesso, soprattutto i nostri politici».

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