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26 dicembre 2024, Aggiornato alle 12,57
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Politiche marittime

Santi (Federagenti): "Il 2023 segnerà il grande boom della blue economy"

Sarà l'anno del traffico crocieristico record, della crescita importante dello yachting e del flusso turistico generale

(meenakshi madhavan/Flickr)

Il 2023, per quanto attiene i settori delle crociere e del turismo marittimo, si appresta a consacrarsi come un anno di grande crescita dell'economia legata al mare. Il Seatrade appena conclusosi a Miami ha fornito le cifre di un anno record per l'Italia nel traffico crocieristico, paese leader nel Mediterraneo, che totalizzerà 12,8 milioni di passeggeri movimentati con un segno ampiamente positivo rispetto al 2022 (+37%) ma anche del 2019 (+9%) e una previsione di poco meno - secondo fonte Cemar - di 5 mila toccate nave distribuite tra i 72 porti.

Anche sul fronte della nautica ma soprattutto dello yachting (super e mega) l'Italia sta vivendo un momento importante, con il Mediterraneo destinato già da quest'anno, e ancor di più negli anni a venire, a consolidare il suo ruolo baricentrico. Con una flotta mondiale di 5,600 unità oltre i 30 metri di lunghezza, cresciuta di sei volte rispetto al 1997, in larga percentuale navigante nelle acque mediterranee, e un ulteriore exploit nelle commesse dei cantieri navali il cui portafoglio ordini oggi è pari a 668 unità (delle quali ben il 51 per cento griffati "Made in Italy"), i territori stanno impegnandosi per realizzare un'offerta sempre più diversificata. E non a caso il 21 aprile prossimo Federagenti riaprirà a Porto Cervo il suo osservatorio del Forum del lusso possibile.

Il tutto all'interno di un mercato turistico che, secondo Demoskopika, viaggia a tutta velocità verso i 442 milioni di presenze attese, più 12 per cento rispetto al 2022, valore record di sempre, con una spesa turistica attesa di poco sotto ai 90 milioni di euro, resa possibile anche grazie al ruolo determinante dei collegamenti via mare con traghetti e ferries. «Ma la scommessa non è automaticamente vinta», secondo Alessandro Santi, presidente di Federagenti, «proprio oggi l'Italia del mare non può abbassare la guardia e deve essere in grado di invertire la rotta, trovando l'antidoto per malattie croniche che si chiamano: accessibilità nautica compromessa dai mancati dragaggi dei fondali, manutenzione e infrastrutturazione di moli, regole spesso poco chiare caratterizzate da sovrapposizioni legislative e da applicazioni disomogenee. Federagenti è al lavoro da mesi sia sulla delicata questione della dichiarazione valutaria che su quella dei visti per equipaggi e lavoratori, determinanti per il blue boom italiano. Purtroppo anche in questo campo, con discussioni che procedono al rallentatore siamo arrivati all'ultima spiaggia e le prue delle 168 navi bianche che animeranno la stagione 2023 stanno già solcando le acque nazionali».

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