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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Armatori

Rosalia D'Amato, tra una settimana si torna a casa

Controlli a bordo per la messa in sicurezza dell'unità. Il comandante rassicura: tra cinque o sei giorni in Italia. Stretto riserbo di autorità e armatore sulle modalità della liberazione. E sul riscatto il comandante delle forze Onu: "Non so niente"


Rosalia D'Amato tornerà in Italia tra meno di una settimana. L'equipaggio della petroliera di Perseveranza di Navigazione, sequestrata ad aprile dai pirati somali e liberata il 25 novembre, sta bene e ora è al sicuro. Il comandante Carlo Miccio ha reso noto i tempi di rientro. Ora l'auspicio delle forze politiche, a cominciare da Napolitano, Schifani, Fini e Frattini, è che anche l'ultima nave italiana sequestrata, la Savina Caylin, nelle mani dei pirati da ben nove mesi, sia liberata presto. 
Alle operazioni di rilascio di "Rosalia" ha partecipato il cacciatorpediniere Andrea Doria della Marina militare italiana che ha inviato sul cargo un Nucleo Militare di Protezione composto da uomini del Reggimento San Marco (nella foto un disegno di un militare), addestrati proprio per queste situazioni.
Il cargo si trova ancora a una decina di miglia dalle coste somale, a soli 100 miglia nautiche dalla Savina Caylin. «Ha fatto rifornimento e, appena sarà pienamente in condizione di navigare, partirà. Noi l'accompagneremo» ha spiegato l'ammiraglio Gualtiero Mattesi da bordo dell'Andrea Doria, che comanda la missione antipirateria della Nato "Ocean Shield". «La nave Andrea Doria - ha ricostruito l'ammiraglio - era impegnata nella sua normale attività di pattugliamento al largo delle coste somale, quando ha ricevuto la chiamata del comandante della Rosalia D'Amato che ci ha detto che la nave era stata liberata dai pirati». Mattesi spiega che «la compagnia armatrice aveva già predisposto l'invio di una piccola unità, salpata da Mombasa, con un carico di gasolio: fatto rifornimento, hanno lasciato il punto di ancoraggio, ma a bordo della Rosalia D'Amato sono tuttora in corso una serie di attività, verifiche e controlli di natura tecnica necessari per garantire la navigazione del cargo». Oltre ai team di protezione del Reggimento San Marco, a bordo del cargo sono stati inviati anche «personale per la bonifica da esplosivi, viveri, medicinali e un medico che ha da poco concluso le visite: stanno tutti bene, tenuto sempre conto di tutto quello che hanno passato. Insomma, stiamo continuando a dare assistenza: quando la nave sarà pronta per la navigazione la scorteremo in acque sicure». 
Ancora oscure le dinamiche della liberazione. Stando a quanto raccontato finora i pirati avrebbero "improvvisamente" abbandonato la nave. Lo stretto riserbo di armatori e autorità può solo dare adito a tante congetture, tutte difficili da confermare. L'ipotesi più ovvia, come nella maggior parte dei precedenti, è che sia stato pagato un riscatto, ma il comandante Mattesi taglia corto: «Di questo non so niente».