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22 novembre 2024, Aggiornato alle 09,11
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Politiche marittime

Riforma dogane europee, primo ok del Parlamento Ue

Bocciata la riduzione dello stock temporaneo da 90 a 3 giorni. La riforma è la più ampia e ambiziosa di sempre, puntando a tutelare le pmi dall'aggressivo commercio elettronico

La dogana di Tirano, al confine con la Svizzera (it.wikipedia.org)

La Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo (Internal Market and Consumer Protection-IMCP) ha adottato giovedì scorso la riforma del Codice doganale dell'Unione europea, che interessa la totalità del commercio estero dell'Ue, di cui il 90 per cento è trasportato via mare. Costituisce il primo voto sulla più grande riforma doganale dell'Ue dal 1968. È stato adottato in Commissione con 34 voti favorevoli, 0 contrari e 5 astensioni. Verrà ora messo ai voti in una prossima sessione plenaria, prevista per marzo, e costituirà la posizione del Parlamento in prima lettura. Il dossier sarà poi ripreso dal Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno prossimi.

In un comunicato congiunto il cluster marittimo europeo ha particolarmente apprezzato il rigetto dell'IMCP della proposta della Commissione europea di revisione delle attuali norme per lo stoccaggio temporaneo delle merci nei porti dell'Ue. La proposta della Commissione europea di maggio dell'anno scorso prevede di ridurre la durata massima dello stoccaggio temporaneo da 90 a 3 giorni, risultando  poco pratica secondo l'IMCP, poiché impone oneri amministrativi significativi e riduce l'efficienza dei porti dell'Ue nella gestione, importazione, esportazione e trasbordo delle merci.

La riforma proposta dall'IMCP ha come scopo principale l'alleggerimento amministrativo e il potenziamento delle autorità doganali dei Paesi membri, da anni sottoposte a un'enorme pressione a causa della crescita esponenziale del commercio elettronico e dei numerosi nuovi standard di prodotto, divieti, obblighi e sanzioni che l'Ue ha messo in atto negli ultimi anni. I deputati dell'IMCP hanno approvato la proposta della Commissione europea di maggio scorso, modificandola per semplificare ulteriormente le procedure, chiarire l'elaborazione e l'accessibilità dei dati, creare una piattaforma per gli informatori, rendere disponibile in anticipo il nuovo DataHub dell'Ue, facilitare il commercio e ridurre gli oneri, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Un nuovo approccio al commercio elettronico
Al momento, il 65 per cento delle spedizioni e-commerce vengono deliberatamente sottovalutati nella dichiarazione doganale per beneficiare di questa esenzione a scapito delle imprese dell'Ue, in particolare delle piccole e medie imprese che hanno difficoltà a competere con prezzi di vendita più bassi, il che porta a una significativa perdita di entrate. Inoltre, fino al 66 per cento dei prodotti acquistati online non soddisfa gli standard di sicurezza dell'Ue. Il nuovo regolamento obbligherebbe le grandi piattaforme a fornire informazioni sulle merci da spedire nell'Ue entro un giorno dal loro acquisto. Ciò dovrebbe fornire alle autorità doganali una migliore visione delle spedizioni in entrata e delle merci che potrebbero non essere conformi alle norme dell'Ue.

Controlli doganali più efficienti e controlli mirati
Un nuovo sistema multilivello di operatori fidati garantirebbe che le autorità non perdano tempo a controllare nuovamente le stesse società rispettose della legge e si concentrino invece su attività più rischiose. Le aziende che accettano di sottoporsi a controlli e verifiche preliminari approfonditi trarrebbero vantaggio da una serie di procedure semplificate. Le aziende più affidabili e trasparenti otterrebbero lo status di "commerciante di fiducia" (trusted trader) che consentirebbe loro di sottoporsi a controlli e formalità doganali minimi.

Nuova piattaforma informatica
La nuova legge istituirebbe un DataHub dell'Ue come piattaforma principale per la presentazione di informazioni alle autorità doganali. Ciò consentirebbe di avere una migliore visione d'insieme delle incoerenze sospette, dei potenziali casi di frode fiscale e dei rischi legati a determinate società o beni. Grazie a ciò le autorità potrebbero concentrare i controlli sulle spedizioni e sulle aziende meno affidabili. La piattaforma andrebbe inoltre a beneficio delle aziende sostituendo più di 111 sistemi IT separati relativi alle dogane attualmente utilizzati in Europa. La presentazione delle informazioni diventerebbe più semplice e ciò dovrebbe ridurre oneri e costi. I deputati vogliono rendere operativo l'Ue DataHub prima di quanto proposto dalla Commissione, che vorrebbe avviarlo nel 2028, come progetto pilota volontario. Inoltre, vogliono creare una piattaforma separata per gli informatori in modo che i consumatori e le imprese possano facilmente segnalare beni che non sono conformi agli standard dell'Ue.

Secondo le associazioni europee di caricatori, portuali, terminalisti, agenti marittimi e armatori la riforma del Codice doganale europeo «deve facilitare il trasporto marittimo, anche consentendo un efficiente stoccaggio delle merci nei porti, consentendo così il collegamento continuo del trasporto marittimo alle catene logistiche dell'entroterra. Esortiamo la Commissione europea e il Consiglio a tenere conto di queste opinioni e a collaborare con l'industria per affrontare altre questioni in sospeso per sostenere meglio il commercio marittimo europeo». Le modifiche dell'IMCP manterrebbero l'attuale quadro giuridico «ben adattato e idoneo allo scopo», secondo il cluster marittimo europeo.

Tuttavia, altre questioni devono ancora essere affrontate. Quest'anno verranno lanciati nuovi importanti sistemi IT e processi di ingresso per il trasporto marittimo, compreso il sistema trasformativo di sicurezza del carico, ICS 2. Finché questi nuovi processi e sistemi IT rimarranno in funzione, la base giuridica esistente su cui si basano i preparativi, gli investimenti e il loro funzionamento devono essere mantenute legalmente. Ciò mancava nella proposta della Commissione europea. Gli emendamenti del Comitato risolvono parzialmente il problema proponendo di estendere le norme esistenti e i requisiti in materia di dati relativi ai "sistemi elettronici" del Codice doganale Ue. Tuttavia, la certezza giuridica per processi come la sicurezza del carico va ben oltre i sistemi elettronici. Anche gli obblighi giuridici a carico di enti e autorità devono essere mantenuti giuridicamente. A questo dovrebbe essere posto urgentemente rimedio.

Secondo il cluster marittimo europeo i correttivi dell'IMCP spingono «verso un'unione doganale più armonizzata, riducendo la resistenza economica sul commercio marittimo europeo». Il proposto hub di dati doganali dell'Ue, l'ambiente dello sportello unico marittimo dell'Ue e lo sportello unico doganale devono essere tutti perfettamente integrati per apportare vantaggi. Questi punti «sono fondamentali - continnua la nota - per gli importatori, gli esportatori, i porti, i terminal, gli agenti e le compagnie di navigazione dell'Ue, insieme a una transizione giuridicamente certa e a un codice doganale che si adatti bene al critico commercio marittimo europeo. Siamo pronti a trovare soluzioni e a sostenere gli sforzi della Commissione europea, dei deputati e degli Stati membri per istituire l'unione doganale intelligente, sicura e competitiva di cui l'Ue, i suoi cittadini e le imprese hanno bisogno».

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