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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Logistica

Riforma dei porti, la querelle tra Salerno e Napoli

La prima è contro l'accorpamento delle due authorities, la seconda a favore. Al centro, la competitività del sistema logistico campano


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli
 
Tra i porti di Napoli e Salerno è querelle sulla questione della riforma della legge 84/94. Un dibattito che si è acceso la settimana scorsa quando Confindustria Salerno ha ribadito il suo no all'ipotesi di accorpamento delle autorità portuali dei due scali campani. Sulla riforma dei porti promessa dal governo, infatti, si giocherà non solo la partita della presidenza del porto di Napoli, ma anche il destino della logistica dei trasporti della Campania. L'idea del governo è quella di dimezzare il numero delle autorità portuali, con le due Authority campane accorpate sotto la direzione di un "distretto logistico" locale. Un'eventualità che vede la forte contrarietà del porto Salerno e, tutto sommato, il favore di quello di Napoli.
La prima a esprimersi è stata Confindustria Salerno che sabato scorso si è riunita per ribadire il suo no all'accorpamento e ha inviato un documento al ministro Lupi in cui si ribadisce il "danno immotivato e irreparabile" che la recente proposta di riforma rappresenterebbe per il porto di Salerno. «Preoccupato», si è detto il presidente di Confindustria Salerno, Mauro Maccauro (foto a destra). «Sarebbe un disastro» secondo Agostino Gallozzi (foto a sinistra), presidente Assotutela e imprenditore del porto salernitano. «Ma attenzione, non è in nome di una logica di scontro tra territori - chiarisce - difendiamo al contrario proprio la competitività, sia nostra che quella di Napoli. L'accorpamento ci farebbe tornare indietro di vent'anni, con un gesto che trasuda burocrazia». Secondo Gallozzi l'attuale legge, la 84/94, è al passo coi tempi, «soltanto non è mai stata applicata a dovere».
Di tutt'altro avviso gli industriali di Napoli. «Rispetto la posizione di Gallozzi, imprenditore certamente più esperto di me – replica Francesco Tavassi, presidente della sezione Logistica, Intermodalità e Trasporti dell'Unione Industriali – ma così ci focalizziamo troppo sui porti di Napoli e Salerno.C'èanchePompeiper esempio, il turismo. Siamo tremendamente in ritardo con le opere infrastrutturali e un distretto logistico regionale eviterebbe parecchi sprechi. Riflettiamo: senza un'autorità regionale, come farebbe non solo il nostro ma ogni sistema logistico regionale a interagire efficacemente col governo, l'Unione europea, ma soprattutto col mercato? Ridurre le Authority e accorpare Napoli e Salerno ci permette- rebbe di stare al passo coi tempi. Coordineremmo porti, strade, aeroporti, ferrovie, e le opere sarebbero mirate».
Di tutt'altro avviso Gallozzi: «Si metterebbe fine alla competitività tra privati, perderemmo l'internazionalità, la tipica dinamicità del libero mercato. Accorpandoci scomparirebbe non solo Salerno, ma anche Napoli. Altro che semplificazione, il progetto di riforma dei porti è una finta spending review. I guai del porto di Napoli - conclude - dipendono dalle cattive amministrazioni passate, non dal numero delle Autorità portuali italiane».