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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

Rifiuti, progetto Fincantieri su unità navali

Alla Facoltà di Economia dell'Università di Napoli Federico II, l'ad di Fincantieri Bono illustra il progetto "Plasmare". Due piattaforme galleggianti per lo smaltimeto dei rifiuti solidi urbani con produzione di energia. Forte spiega il progetto dell'Università sulle "navi-fattoria"


E' stato presentato oggi, presso la Facoltà di Economia dell'Università di Napoli Federico II, il progetto Plasmare, per la realizzazione di impianti "navalizzati" destinati al trattamento dei rifiuti solidi urbani. Il progetto è ideato e promosso da Fincantieri attraverso il suo centro di ricerca applicata Cetena (Centro per gli Studi di tecnica navale). Sono intervenuti, tra gli altri, il sottosegretario del ministero dell'Economia e delle Finanze Bruno Cesario, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio, il rettore dell'Università Massimo Marrelli, il preside della Facoltà di economia Achille Basile e l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.
Nel corso dell'incontro l'azienda navalmeccanica ha presentato la nuova linea di prodotti e ha illustrato le soluzioni tecnologiche che, attraverso il Cetena, ha attualmente allo studio: piattaforme galleggianti con impianti per la produzione di combustibile da rifiuti (cdr) e successivo recupero energetico, navi per il trasporto dei rifiuti solidi urbani raccolti da isole o altri territori con scarsa viabilità terrestre e navi dotate di impianti per lo smistamento dei rifiuti e produzione di cdr da trasferire da porto a porto.
Plasmare, in fase avanzata di sviluppo, prevede la costruzione di due piattaforme galleggianti non autopropulse da posizionarsi in acque protette: la prima dedicata alla ricezione dei rifiuti solidi urbani con produzione di cdr (smaltimento di circa 400 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani), e la seconda per la gassificazione dello stesso prodotto tramite l'utilizzo di tecnologia al plasma in grado di recuperare energia dal gas di sintesi prodotto.
Alla luce del diverso livello di maturità delle tecnologie impiantistiche utilizzate, per il progetto si è ipotizzato un approccio modulare che prevede di partire a breve con la realizzazione della piattaforma dedicata alla produzione di cdr alla quale, in una seconda fase, si affiancherà la piattaforma con impianto al plasma, che necessita di un più lungo periodo di messa a punto.  
Queste strutture, opportunamente attrezzate e tecnologicamente avanzate, sfrutterebbero gli spazi marini garantendo il decongestionamento delle aree terrestri adibite a discariche, spesso limitate e penalizzate da considerevoli problemi logistici.
Il progetto, secondo Fincantieri, offrirebbe evidenti vantaggi: emissioni inquinanti solide e gassose prossime allo zero, tempi di realizzazione brevi, costi di realizzazione ed operativi contenuti e certi, limitato impatto sul territorio grazie alla possibilità di localizzare gli impianti in opportune aree portuali dismesse o abbandonate.
Infine, la costruzione delle piattaforme, in un momento, come questo di drammatica crisi del comparto navalmeccanico, darebbe impulso all'industria cantieristica generando importanti ricadute occupazionali che deriverebbero dalla costruzione degli impianti e, una volta operativi, dalla loro gestione.
Come ha sottolineato il presidente Caldoro si tratta di un progetto illustrato alcuni mesi fa in un incontro Regione-Fincantieri per la costruzione a Castellammare delle piattaforme galleggianti. Eventuali commesse darebbero infatti ossigeno ai cantieri stabiesi oggi in profonda crisi d'attività. Bono ha confermato che il progetto ha "costi e tempi certi". Per la realizzazione del progetto più a breve termine, quello che non da possibilità di produzione d'energia, il costo è di 60 milioni di euro. Consentirà lo smaltimento di 130mila tonnellate di rifiuti solidi urbani (rsu) all'anno e 20 addetti come personale. La vita utile dell'impianto è di 20 anni. Il secondo progetto, di più ampio respiro, ha un costo di 160 milioni di euro dando la possibilità, attraverso l'impianto al plasma, di produrre 65 GWh/anno che verrebbero venduto a prezzo di mercato. Entrambe le piattaforme hanno una lunghezza attorno ai 100 metri per circa 30 metri di larghezza.  I tempi di costruzione, a partire dalla seconda metà del 2012 sono attorno ai 16/20 mesi  a seconda degli impianti. L'infrastruttura è in grado di trattare il 20/30% degli rsu prodotti quotidianamente dal comune di Napoli.
Ennio Forte, professore ordinario di Economia dei Trasporti presso l'Università di Napoli Federico II, ha illustrato il progetto delle navi-fattoria che, spiega Forte- collegando due porti di città con gli stessi problemi di smaltimento rifiuti, ad esempio Napoli e Palermo, consente nella traversata marittima di eliminare parte dei rifiuti prodotti dai due capoluoghi.

Nella foto: il rendering di una delle piattaforme del progetto