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10 aprile 2025, Aggiornato alle 14,10
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Politiche marittime

Ridurre la velocità per inquinare meno. La proposta di 110 armatori

Su iniziativa della Francia, la pratica utilizzata finora per risparmiare diventa ambientalista. Tra un paio di settimane se ne discuterà al Marine Environment Protection Committee dell'IMO


a cura di Paolo Bosso

Lanciata dalla Francia all'International Maritime Organization (IMO) all'inizio di aprile, la proposta di ridurre la velocità della maggioranza delle navi mercantili per tagliare le emissioni è stata accolta da 110 armatori che nei giorni scorsi hanno scritto una lettera all'IMO. L'obiettivo è ridurre del 40 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e del 70 per cento entro il 2050, in linea con – e in alcuni casi oltre - l'agenda IMO sull'ambiente. 

Se ne discuterà tra il 13 e il 17 maggio, in occasione del 74esimo Marine Environment Protection Committee di Londra, il comitato dell'IMO dove un'assemblea di 172 stati decide sulle politiche emissive dello shipping mondiale. Danimarca, Germania e Spagna non credono che sia un'iniziativa rilevante e hanno presentato una controproposta basata su incentivi. 

Ridurre la velocità per inquinare meno, non solo per risparmiare
Tra i firmatari della lettera dei 110 armatori ci sono Louis Dreyfus, Almi Tankers, Navios, Euronav, Borealis Maritime, Diana Shipping. Un gruppo esteso che potrebbe rappresentare una svolta significativa, considerando che fino ad oggi lo slow steaming (come viene chiamata la sistematica riduzione della velocità in viaggio) viene applicato sostanzialmente per risparmiare sul carburante. Potrebbe sembrare una politica velleitaria e invece è molto efficace perché all'aumentare della velocità, anche di pochi nodi, i consumi di carburante aumentano esponenzialmente, per via del fatto che si tratta di consumi estesi in giorni di viaggio, se non settimane, e pochi nodi di differenza sono determinanti, impattando sui giri motore e di conseguenza su consumi ed emissioni. Una razionalizzazione della velocità estesa a tutte le 52 mila navi registrate all'IMO che viaggiano intorno al globo avrebbe quindi un impatto notevole sull'inquinamento atmosferico, anche se non è facile trovare il modo per monitorare una tale mole di viaggi. Sia la Francia che i 110 armatori hanno sottolineato che, in vista di una ripresa delle attività di spedizione via mare, è logico che le navi tenderanno ad aumentare la velocità, fattore che inciderà non poco sull'inquinamento dell'aria. 

Gli armatori chiedono quindi la creazione di una specie di tabella con indicate le velocità medie massime annuali per le portacontainer e le velocità assolute massime per tutte le altre navi. Ritengono che l'Imo debba stilare un regolamento «al più presto (è noto che i tempi di un istituto del genere sono lunghi, ndr), con un obbligo esteso anche ai noleggiatori», si legge nella lettera.

A inizio aprile la Francia, quando ha scritto all'IMO, ha detto che questa misura non funzionerebbe su alcuni tipi di navi, come quelle passeggeri o che trasportano merci non convenzionali.