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10 aprile 2025, Aggiornato alle 14,10
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Residui Ecobonus "dirottati" dai traghetti ai treni

Per sostenere le merci su rotaia tolti 25 milioni di euro alle vie del mare. Gli armatori: "Scelta contraddittoria"


Ecobonus saccheggiato da una norma del "milleproroghe" (art. 4 – comma 7-octies) che in sostanza trasferisce i residui delle risorse stabiliti per il triennio 2007-2009 "ad interventi di sostegno del trasporto combinato e trasbordato su ferro". In pratica un "ferrobonus". Lo stesso sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Bartolomeo Giachino, parlando ad una platea di imprenditori ha confermato che le risorse del ferrobonus ammontano a 25 milioni.
L'ecobonus è stato uno strumento valido che ha permesso agli armatori di guadagnare traffico pesante, che altrimenti sarebbe andato su strada. Gli autotrasportatori che utilizzavano la via del mare ricevevano una sorta di sconto sulla tratta navale e quindi erano incentivati ad utilizzare la via marittima.
«L'ecobonus ha rappresentato un forte incentivo per stimolare lo sviluppo della autostrade del mare», spiega Tommaso Affinita, ad di Ram, la società del ministero dell'Economia che gestisce operativamente le risorse della norma. «Nell'ultimo anno ci siamo impegnati –continua Affinita‒ a recuperare i ritardi. Abbiamo liquidato le istanze 2007 per 50 milioni, mentre quelle del 2008 sono al 50%. Contiamo per l'estate di concluderle ipotizzando un impegno di 70 milioni. Poi passeremo a quelle del 2009».
L'ecobonus ha stanziato 77 milioni all'anno fino al 2009. «Per il futuro non c'è certezza –afferma Affinita‒ in quanto il provvedimento non è stato rifinanziato. Confidiamo almeno che possa trovare continuità per il biennio 2010-2011 anche per evitare che una quota di traffico merci, che attraverso l'ecobonus aveva trovato conveniente la via del mare, torni di nuovo verso la gomma».
Che l'ecobonus sia stato uno strumento efficace per alleggerire le strade e contemporaneamente riempire le stive delle navi, ne sono convinti anche gli armatori nazionali vicini a Confitarma che commentano come «la misura adottata dal governo, che trasferisce risorse da una modalità all'altra, sia in contraddizione con i principi che ispirano gli interventi a favore di trasporti meno inquinanti. In quanto trasferisce le risorse dal mare al ferro, senza prevedere strumenti alternativi alla strada». Insomma, gli armatori sono scontenti e perplessi. «Se come si dice ‒affermano‒ i residui 2007 sono di 25 milioni e, prevedibilmente quelli del 2008 sono di pochi milioni, è possibile che per il 2009 le richieste possano essere superiori ai 77 milioni e, quindi, bisognerebbe andare ad attingere ai residui degli anni precedenti? In questo caso non si troverebbe niente perché le risorse residue sarebbero state utilizzate dal ferrobonus».
Un bel grattacapo anche perché molti autotrasportatori si stavano abituando al sostegno ed altri nuovi lo potrebbero utilizzare. «Da tempo sostengo ‒puntualizza l'Ad di Ram‒ che l'ecobonus è stato uno strumento trainante per lo spostamento di traffico pesante dalla strada al mare, tant'è che negli ambienti comunitari si sta studiando il modello Italia. Di più, di recente, il coordinatore europeo per le autostrade del mare, Luis Valente de Oliveira, si è detto favorevole ad un'estensione dell'ecobonus a livello europeo. Credo che questa sia un'iniziativa, da me sostenuta alla recente conferenza di Napoli sulle reti Ten-T, più che valida per arrivare ad uno strumento dato all'utenza in maniera strutturale».
 
Luciano Bosso (da Il Sole 24 Ore Trasporti del 1 marzo 2010)