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26 novembre 2024, Aggiornato alle 12,53
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Infrastrutture

Regole cold ironing, per ESPO carburante ed elettricità vanno insieme

Il Regolamento europeo AFIR sulla distribuzione delle stazioni includerà il programma di elettrificazione delle banchine. Secondo ESPO, però, bisogna lavorare meglio sulla sua standardizzazione

(International Maritime Organization/Flickr)

L'elettrificazione delle banchine (che fa spegnere i motori ai mercantili ormeggiati) andrebbe pianificata, almeno inizialmente, sulla base dei terminal portuali anziché sui porti in generale, e per essere incentivata andrebbe completamente defiscalizzata. Infine, bisogna lavorare meglio sulla sua standardizzazione per facilitarne la diffusione in tutto il mondo con criteri tecnici uniformi. Lo propone l'European Sea Port Organization (ESPO), che accoglie con favore la recente revisione del Regolamento europeo sui carburanti alternativi (Alternative Fuels Infrastructure Regulation-AFIR) per includervi il FuelEU, il programma che incentiva il cold ironing, l'elettrificazione degli ormeggi per le navi. 

Si tratta dell'allineamento dei requisiti tra ciò che i porti devono fare e gli obblighi per le compagnie di navigazione di utilizzare l'infrastruttura elettrificata. Una decisione determinante, secondo ESPO, per incentivare vicendevolmente la decarbonizzazione delle navi (tramite i carburanti alternativi) e dei porti (tramite il cold ironing). Si tratta, nello specifico, dell'allineamento dell'articolo 9 della proposta AFIR con gli articoli 4 e 5, nonché con l'allegato III della proposta FuelEU Maritime.

Per la segretaria generale dell'ESPO, Isabelle Ryckbost,  «anche se diversi gruppi di lavoro in seno al Consiglio e al Parlamento europeo stanno lavorando su ciascun fascicolo, è essenziale che queste due proposte fondamentali di Fit for 55 siano discusse insieme durante tutto il processo legislativo». Fit for 55 è il pacchetto climatico dell'Unione euripoea rientrante nel Green Deal e fissa una riduzione dei gas serra del 55 per cento entro il 2030.

Secondo ESPO la diffusione del cold ironing in questa fase deve avvenire applicando un criterio che segua un livello minimo di traffico dei terminal portuali, anziché del porto in generale, così da evitare l'installazione di strutture sottoutilizzate, pur tuttavia non rappresentando un'esenzione alla decarbonizzazione per quei terminal che non hanno la priorità. In altre parole, il cold ironing in questo momento ha senso distribuirlo negli ormeggi più affollati. 

Ad oggi l'elettrificazione delle banchine è stata sostenuta per la metà da aiuti pubblici. Un buon modo per incentivarlo ulteriormente, secondo l'ESPO, potrebbe consistere in una sua totale defiscalizzazione. 

Il punto debole della proposta AFIR è rappresentato dal fatto che affronta solo l'installazione elettrica a terra nel porto, trascurando le questioni relative alla connettività, la capacità e alla conversione della rete. Tutti aspetti fondamentali per rendere standardizzabile il cold ironing e permettere alle navi, che toccano anche decine di porti in un singolo viaggio, di non avere problemi di compatibilità nella tensione e nei connettori. Il problema è che questi aspetti sono spesso al di fuori delle competenze dell'autorità portuale.

È una programmazione differente, per esempio, dalla distribuzione di forniture di gas naturale liquefatto, perché mentre questo deve seguire l'andamento del mercato di riferimento per questo prodotto, il cold ironing rappresenta al confronto una pianificazione da zero.

Per consentire ai porti di ottimizzare il più possibile i propri investimenti e garantire che funzionino bene, secondo ESPO i singoli porti devono essere in grado di pianificare in anticipo. Devono sapere se un operatore marittimo intende utilizzare l'alimentazione a terra o piuttosto una delle altre tecnologie alternative previste nell'allegato III della proposta. Ddovrebbero conoscere il fabbisogno energetico di cui avranno le navi all'ormeggio, al fine di pianificare la capacità elettrica dello scalo.

«I porti – continua Ryckbost - devono affrontare enormi investimenti e devono essere in grado di ottimizzarli. Gli operatori marittimi possono aiutare indicando chiaramente le loro necessità al porto o all'organismo di investimento, evitando così asset bloccati».

Il primo dicembre è previsto al Parlamento europeo un primo scambio di opinioni sulle proposte AFIR e FuelEU.

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