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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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Infrastrutture

Quel fattore 1% dei porti italiani

Il disegno di legge per l'autonomia finanziaria potrebbe approdare al Consiglio dei Ministri questa settimana. Una riforma "presidenziale" che garantirebbe un gettito dell'1% d'Iva 


Oversupply, caro bunker, noli a basso costo e la necessità di un'autonomia finanziaria. Se si potessero riassumere in quattro parole i problemi degli ultimi anni dello shipping italiano potrebbero essere questi gli elementi che l'hanno caratterizzata. Più di tutti è l'autonomia finanziaria la questione chiave, con quell'1% di gettito trattenuto dai porti emerso nell'ultimo disegno legge proposto dal viceministro ai Trasporti Mario Ciaccia ma che ancora deve approdare in Parlamento. Dal palco della 63esima assemblea Federagenti, svoltasi alla Stazione Marittima di Napoli, viene la rassicurazione del presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato Luigi Grillo: la bozza verrà presto presentata al consiglio di Ministri, forse alla prossima riunione che si terrà questa settimana. Nell'ultima riunione del governo, però, avvenuta la settimana scorsa, il disegno non ha trovato posto con tutto l'impegno del viceministro Ciaccia. «In questa legislatura abbiamo ripreso i lavori di una legge sui porti incentrata sulla governance» ha affermato Grillo all'assemblea Federagenti. «Da qui a quindici giorni approveremo il testo» rassicura. Dovrebbe trattarsi di una riforma "presidenziale", dove i comitati portuali fanno capo all'authority, il piano regolatore risponde al silenzio assenso - eliminando così il rischio di procedure che richiedano anni per essere approvate - e che infine favorisce chi investe di più premiandolo con concessioni più lunghe. Dell'autonomia finanziaria nessuna traccia anche se nel progetto di Grillo c'è la bozza di quell'1% di gettito che, secondo il senatore, permetterà ai porti di accedere più facilmente al credito bancario con grosse capacità di investimento. «Con 80 milioni di euro all'anno (il gettito medio calcolato ndr) i porti possono chiedere più soldi alle banche».

Paolo Bosso