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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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Infrastrutture

Quattro authority per un paese

Torna alla ribalta il tema dell'accorpamento delle autorità portuali. Questa volta è il ministro Ciaccia a parlarne in un convegno alla Camera


di Paolo Bosso 
 
Quattro grandi autorità portuali aggregate e quattro commissari per i corridoi ferroviari che partono dall'Italia verso il nord Europa. Cos'è, la riforma del sistema logistico italiano? Una bozza, un argomento di cui si parla da tanti anni e che è stato rilanciato dal viceministro ai Trasporti Mario Ciaccia (nella foto) nel corso di un incontro alla Camera organizzato da ResPublica e Italiadecide. Sono solo proposte, discussioni, parole, ma che a metterle in mezzo siano un ministro dei Trasporti, seppur "tecnico", e due associazioni con dietro uomini politici come l'ex ministro dell'economia Tremonti, costituiscono un fatto non da poco.
ResPublica e Italiadecide hanno presentato un documento nel quale sono contenute due proposte. La prima fraziona le autorità portuali in quattro grandi macro aree: alto Tirreno, alto Adriatico, medio Tirreno e porti pugliesi. In realtà potrebbero essere anche cinque: alto Tirreno (Genova, La Spezia, Savona, Livorno), alto Adriatico (Trieste, Venezia e Ravenna), sistema campano (Napoli e Salerno), sistema pugliese (Bari, Brindisi,Taranto) e sistema siciliano (Palermo Catania-Augusta). Poi quattro commissari per il Corridoio 1 (Baltico-Adriatico), 3 (Mediterraneo), 5 (Helsinki-La Valletta) e 6 (Genova-Rotterdam). Perché commissari? Perché secondo Ciaccia «assumerebbero la responsabilità del completamento delle opere in corso sull'intera porzione italiana di corridoio, in raccordo con il Commissario europeo di riferimento». Una proposta suggestiva secondo il ministro, a patto che «sia veramente rivolta ad una maggiore funzionalità del corridoio».
A proposito delle macro-autorità la proposta di Italiadecide e ResPublica è meritevole di «attenta riflessione» secondo il ministro. Servirebbe a compattare il frammentato sistema di rappresentanze portuali, composto da ben 25 authority. Ma da qui a realizzare per esempio un disegno di legge dedicato ce ne vuole. «Al momento – spiega Ciaccia - possiamo formulare solo ipotesi, sia pure molto ragionevoli, sulla possibile articolazione del sistema portuale italiano». Discorso a parte per Gioia Tauro che per infrastrutture e posizione geografica continuerebbe ad essere l'hub di trasbordo per eccellenza. 
Quattro grandi autorità, quattro commissari per accelerare i corridoi. Sulla carta una piccola rivoluzione. Un intervento fondamentale sulla governance portuale, in grado di dare competitività ad un sistema che spesso per interessi locali e mentalità provinciale si fa male da solo. «La competitività – continua Ciaccia - si dovrebbe raggiungere garantendo, sia come infrastrutture che come organizzazione, una scala di attività paragonabile a quella dei maggiori porti del Nord Europa». Al momento il confronto tra l'attività dei porti nordeuropei con quelli nostrani non c'è. Rotterdam, Anversa e Amburgo fanno insieme quasi la totalità del traffico portuale che da Oriente va verso l'Europa, ogni ipotesi di competizione con loro appare quindi un po' folle. Ma riformare il sistema di rappresentanza portuale allo scopo di dargli una maggiore compattezza gioverà sicuramente alla sua forza.