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02 aprile 2025, Aggiornato alle 15,55
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Porto Fiorito, i cantieri aprono i battenti

Regione, Provincia, Comune e Autorità Portuale inaugurano l'avvio dei lavori per il futuro porto turistico nel cuore dello scalo di Napoli. Un progetto che rientra all'interno di un piano di rilancio della zona orientale della città. Ma non mancano le perplessità di Paolo Bosso  


Iniziano i lavori per Porto Fiorito, il futuro molo turistico di marina di Vigliena situato ad est del porto di Napoli. Stamattina il sindaco della città Luigi De Magistris insieme a rappresentanti dello scalo, della Regione, della Provincia e di NaplEst (la cordata di imprenditori dietro al vasto progetto di rilancio di tutta la zona orientale di Napoli) hanno inaugurato il cantiere.
120 milioni di euro, 800 metri lineari di banchina, 500 posti di lavoro, 850 posti barca e quattro anni di lavori (nel 2013 saranno disponibili i primi 300 posti), Porto Fiorito è uno dei tanti progetti di NaplEst, consorzio imprenditoriale tutto campano e privati fondato a giugno 2010 che mira a riqualificare la zona orientale della città. Ma l'idea è nata ben prima, circa dieci anni fa, e solo adesso, dopo tante vicissitudini, vede la luce, almeno sul fronte dell'avvio dei lavori.
Il porticciolo si trova nella zona di San Giovanni a Teduccio, nell'area dell'ex stabilimento metallurgico Corradini, a pochi passi dal terminal container e dalle autostrade. A struttura ultimata, Porto Fiorito sarà diviso in due aree: una darsena turistica con tutti i servizi (yachting club, negozi, banca, uffici e minimarket) e una darsena cantieri per la manutenzione delle barche.    
E' un progetto moderno, ambizioso, a cui non mancano però le perplessità, a cominciare dal degrado in cui è circondato. L'area infatti sorge a ridosso di vecchie zone industriali ormai abbandonate e rischia di diventare una cattedrale nel deserto. Nel corso dell'inaugurazione Regione, Provincia e Comune hanno sottolineato questo punto debole e tutti hanno garantito il proprio impegno affinché gli imprenditori "non vengano lasciati soli". Si tratta infatti di uno dei progetti rientranti in un più ampio disegno di riqualificazione urbana, sempre a spese di NaplEst, che prevede dieci grossi interventi di recupero dell'area orientale.  
Porto Fiorito non può rispondere in tutto e per tutto alle esigenze di riqualificazione della zona. Sarebbe quindi ingiusto criticare il progetto per l'assenza al suo interno di un piano di rilancio delle aree più vicine. Ma è lecito chiedersi quali saranno le prospettive future per un porto turistico che rischia di svilupparsi in un territorio isolato e, ora come ora, degradato.
 
Paolo Bosso