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22 novembre 2024, Aggiornato alle 09,11
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Politiche marittime

Porto di Trieste, al lavoro solo col green pass. Sindacati: "Discriminatorio"

Un'azienda terminalistica ha comunicato ai propri dipendenti l'ingresso col certificato a partire dal prossimo 15 settembre. Cgil e Uiltrasporti protestano

Il bacino molo D del porto di Trieste (Triesteprima.it/Flickr)

«Siamo venuti a conoscenza oggi che un'azienda operante come terminalista nel porto di Trieste, ha comunicato, in maniera assolutamente arbitraria, ai propri dipendenti che, dal prossimo 15 settembre, l'ingresso al lavoro è consentito solo a chi sia munito di Green Pass». A riferirlo è il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo, commentando «è una decisone irresponsabile che condanniamo fortemente perché discriminatoria e perché il governo non ha ancora deciso in merito».

«Nessuna azienda - prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil - può decidere di allontanare dal lavoro chi non è munito di Green Pass, il cui mancato rilascio, tra l'altro, potrebbe essere legato a molteplici motivazioni anche non dipendenti dalla volontà del singolo». 

Secondo Colombo l'Autorità di sistema portuale di Trieste dovrebbe intervenire per rimuovere la disposizione aziendale. «Per evitare i contagi sui luoghi di lavoro - afferma - si devono adottare protocolli sanitari più stringenti anche attraverso il ricorso in modo più frequente ai tamponi».

«Eccessiva» la decisione aziendale anche secondo i segretari generale e nazionale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi e Marco Odone. «Le norme sulla prevenzione e sicurezza nei  luoghi di lavoro – spiegano - devono essere rispettate perché gli ambienti siano sicuri e tutelino la salute dei lavoratori però la decisione assunta dall'azienda è discriminatoria ed eccessiva, auspichiamo un intervento dell'autorità di sistema portuale affinché siano scongiurate iniziative simili. Non si può consentire che il green pass sui luoghi di lavoro provochi il demansionamento o il licenziamento senza che ci sia ancora una disposizione normativa in merito».

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