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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Porto di Napoli, il nuovo Beverello aspetta il presidente

Un progetto di riqualificazione del polo traghetti possiede tutte le carte in regola per concretizzarsi. Manca solo l'avvio del cantiere da parte dell'authority dello scalo


di Paolo Bosso

Il progetto c'è, è completo ed è stato approvato da tutti i soggetti competenti. Manca solo l'avvio del cantiere da parte dell'Autorità portuale di Napoli, atto che si concretizzerà però solo quando lo scalo ripristinerà la sua governance, uscendo da un lungo commissariamento che ha superato i tre anni. Stiamo parlando della riqualificazione del molo Beverello, centro nevralgico della mobilità marittima del golfo di Napoli. 

Il progetto (in alto e alla fine dell'articolo, i rendering) rientra nel programma di riqualificazione del waterfront portuale ed è stato recentemente rilanciato dall'Unione Industriali partenopea. Avviato con un concorso internazionale dall'authority partenopea, affidato nel 2009 a Michel Euvé, architetto francese di fama internazionale, è stato consegnato definitivamente nel 2014. Un'opera di ampio respiro tra la darsena Acton e la calata del Piliero, quello del palazzo dei Magazzini Generali. Prevede la creazione di una zona filtro tra porto e città, uno spazio pedonale con attività commerciali, culturali e di servizio, connesso con la galleria ipogea di collegamento con la stazione della metropolitana. La parte immediatamente cantierabile è quella del Beverello, dove si prevede la riqualificazione della stazione di approdo di traghetti e aliscafi, grosso centro di smistamento e intrattenimento di pendolari e turisti lungo l'asse molo Angioino-piazza Municipio. Dopo i pareri favorevoli del Comune e della Sovrintendenza ai monumenti, e l'approvazione dell'adeguamento tecnico-funzionale da parte del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici nel 2011, poche settimane fa, il 20 giugno, si è avviata la Conferenza dei servizi sul molo Beverello.

«Lasciamo stare per il momento la zona del Piliero con i Magazzini Generali, per la cui riqualificazione occorrerà aspettare l'approvazione del nuovo piano regolatore portuale. Invece, per il progetto del Beverello si può già passare ad una fase attuativa», spiega il professore di urbanistica dell'Università di Pescara Rosario Pavia, che fa parte del gruppo coordinato da Euvé. Negli ultimi anni ci sono state molte proposte per riqualificare il waterfront di Napoli, rendendo più funzionale e organico il rapporto tra città e porto. Tutto procede lentamente, perché? In primo luogo per l'immobilismo strutturale in cui opera l'Autorità portuale, senza presidente da anni e costretta all'ordinaria amministrazione, figurarsi a progettare nuove infrastrutture. Ma il contesto è in realtà più ampio. «Il vulnus – spiega Pavia – deriva da una specificità italiana: i porti sono interni alla città e c'è separazione tra piano urbanistico e portuale. L'unico waterfront realizzato in Italia è quello di Genova. In altre città portuali europee si delocalizzano le attività portuali consentendo la rigenerazione urbana degli spazi dismessi. In Italia tutto questo è più difficile. Per Napoli si può partire dal Beverello, vera cerniera tra la darsena Acton, il piazzale antistante la stazione marittima e il collegamento ipogeo con la stazione della metropolitana che ha reso visibile un sito archeologico di grande interesse».