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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Politiche marittime

Porto di Civitavecchia, patto con Inail e governo per la sicurezza sul lavoro

Sottoscritto il protocollo attuativo che mira a migliorare a bilanciare produttività, salute e sicurezza sul lavoro. L'obiettivo, sottolineato dal ministero delle Infrastrutture, è arrivare a zero infortuni


L'Autorità di sistema portuale di Civitavecchia, l'Inail, il ministero delle Infrastrutture e Assoporti hanno firmato un protocollo attuativo nazionale, sottoscritto tra le parti ad aprile scorso, per la sicurezza sul lavoro nel porto della Capitale.

Come spiega il direttore regionale Inail Lazio, Domenico Princigalli, il protocollo mira all'«effettività e all'efficacia» per «aumentare le condizioni di salute e sicurezza nell'aree portuali». Istituzioni e parti sociali si impegnano a trovare un delicato equilibrio tra le esigenze di produzione e le condizioni ottimali di lavoro che garantiscano salute e sicurezza. 

Trattandosi di lavoro portuale, quindi di banchine con grandi gru che movimentano grossi carichi, e come sottolineano i più recenti dati Inail, i principali rischi legati all'attività lavorativa in porto risiedono nella movimentazione delle merci, nelle attività di magazzino, nella conduzione dei mezzi pesanti e nell'utilizzo delle macchine e dei mezzi operativi sulle navi. La maggior parte degli incidenti avviene in banchina e nei piazzali dei porti, mentre a bordo delle navi le zone di rischio sono quelle legate al carico e allo scarico delle merci. 

Come spiega il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, il protocollo «rientra nella specificità di come poter risolvere alcune problematiche di alcuni luoghi di lavoro. Credo che con l'intervento di Inail, Assoporti e soprattutto dell'Autorità portuale di Civitavecchia, si possano dare delle risultanze diverse e arrivare all'infortunio zero».

Per fare tutto ciò, sottolinea il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno Centro Settentrionale, «è necessario applicare le norme italiane al cento per cento. Controlli ed ispezioni vengono spesso interpretati come "fastidiosi", ma nell'ipotetico caso in cui qualcuno si faccia male quel controllo avrebbe potuto prevedere l'incidente. L'obiettivo è quello di fattorizzare quel tempo che può sembrare economicamente perso, come un elemento utile alla tutela della salute».

«Grazie a questo protocollo - conclude Princigalli - si potrà fare un'analisi dei rischi e dare strumenti concreti e specifici alle imprese che operano all'interno dell'area portuale, ma al tempo stesso si potrà migliorare anche la formazione e la sensibilizzazione dei lavoratori, attraverso l'introduzione di strumenti legati all'innovazione digitale, che permetterà un vero e proprio salto di qualità al contrasto agli infortuni e alle malattie professionali».

«Il drammatico incidente avvenuto lo scorso febbraio nell'hub di Civitavecchia e costato la vita a un giovane operaio, la strage di Brandizzo, il ripetersi quotidiano di incidenti sul lavoro, devono spingerci a fare il massimo dello sforzo per evitare altre tragedie», sottolinea il segretario generale della Fit-Cisl Lazio, Marino Masucci. «Parallelamente alle azioni di prevenzione, formazione e monitoraggio, si deve diffondere una vera e propria cultura di educazione al rischio, a partire dalle scuole. La sicurezza non può e non deve mai essere vista come un costo o come una perdita di tempo».