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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Porto Canale Cagliari, si chiude la partita con PIFIM. Domanda rigettata

Si chiude l'iter di mancata concessione, con il fondo britannico che aveva rinunciato al polo di trasbordo a novembre scorso

Le gru del Cagliari International Container Terminal (Maximaxim/Flickr)

Si conclude con esito negativo, e non sarebbe potuta andare diversamente, l'iter della proposta della PIFIM Company per l'assentimento, in concessione demaniale marittima, del terminal contenitori del Porto Canale di Cagliari. Questa mattina il presidente dell'Autorità di sistema portuale della Sardegna, Massimo Deiana, ha firmato il provvedimento di rigetto definitivo della domanda presentata dalla società di diritto inglese a fine agosto scorso per la gestione di circa 400 mila quadri di piazzale, 1,600 metri lineari di banchina, 16 metri di fondale, un Punto di Ispezione Frontaliero, una Zona Franca Doganale interclusa e possibile Zona economica speciale di oltre 1,600 ettari, attesa da quasi due anni.

Nonostante l'articolato preavviso di rigetto notificato alla stessa private limited company a fine novembre scorso – rende noto l'Adsp - solo alcuni dei requisiti richiesti sono stati soddisfatti con successiva integrazione documentale che, però, «non ha colmato le restanti e non superabili lacune di carattere amministrativo, finanziario, operativo e tecnico». Una «decisione sofferta» quella che il presidente Deiana ha notificato ai sindacati del Cagliari International Container Terminal, che dà lavoro a centinaia di persone.

Durante l'incontro con le sigle sindacali l'Adsp sarda ha confermato l'impegno a proseguire la ricerca di un concessionario per il polo di trasbordo di Cagliari, avviata a dicembre 2019 con la pubblicazione della call internazionale e prorogata tre volte, sia per i lockdown da pandemia che per le richieste degli operatori interessati.

«Ora guardiamo avanti», afferma Deiana. «La situazione contingente ci spinge a proseguire celermente, e con maggiore intensità, nelle interlocuzioni con altri potenziali soggetti interessati al rilancio del transhipment nel Porto Canale. Una partita che intendiamo giocare con la consueta convinzione, supportati dalla certezza del potenziale dello scalo e avvertendo tutta la responsabilità nei confronti di centinaia di lavoratori che aspirano ad una risposta chiara e concreta per il loro futuro».

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