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18 aprile 2025, Aggiornato alle 12,17
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Porti pugliesi, proposta Pd per le aree in disuso

Allo studio un comma del decreto sul federalismo demaniale per "trasferire al Comune aree dei porti non più funzionali all'attività portuale". Bicamerale al voto il 19 maggio per l'approvazione 


C'è un comma nel decreto sul federalismo demaniale, al voto finale in bicamerale mercoledì 19 maggio, che sarà di grande importanza per i tre porti pugliesi. Secondo i relatori, se passa ridisegnerà i contorni urbanistici delle città pugliesi di Taranto, Brindisi e Bari.
Si tratta di un testo, inserito dopo il comma 4 dell'articolo 5, presentato dal Partito Democratico, che prevede "nelle città sedi di porti di rilevanza nazionale" la possibilità di "trasferite al Comune aree già comprese nei porti e non più funzionali all'attività portuale e suscettibili di programmi pubblici di riqualificazione urbanistica, previa autorizzazione dell'Autorità portuale all'Agenzia del demanio".
«E' un provvedimento di grande spessore perché i Comuni in questione, una volta sbrigate le procedure con l'Agenzia del Demanio e con l'Autorità Portuale di competenza, potrebbero entrare in pieno possesso di aree strategiche, ancorché demaniali, su cui poter indirizzare opere di riqualificazione urbanistica di natura pubblica» ha sottolineato Ludovico Vico, deputato Pd e collega di Marco Causi, relatore del provvedimento e vicepresidente della Commissione Bicamerale. «Con Causi – continua Vico - abbiamo deciso di adottare questo rapporto di tutoraggio anche con le amministrazioni liguri e per questo invierò tutta la documentazione ai tre sindaci interessati (Taranto, Bari e Brindisi), al presidente della Regione Puglia e al presidente della Provincia di Taranto.
Il provvedimento prevede un iter procedurale preciso. «Non si tratta - spiega Vico - di un provvedimento che consente la sdemanializzazione automatica delle aree (ipotesi che potrà avvenire solo con apposita legge o con la normale procedura ndr), piuttosto di un intervento per cui al Comune viene chiesto di avere una parte attiva e determinante. Mentre, infatti, per gli altri beni l'Agenzia del Demanio compila un elenco dopo aver ricevuto dalle Amministrazioni statali le liste dei beni di loro proprietà "non cedibili", con questo provvedimento l'Autorità portuale dovrà mandare all'Agenzia del Demanio non una lista delle aree "non cedibili", ma invece l'elenco di quelle di cui si autorizza il trasferimento. Una volta approvato il decreto – prosegue Vico – ci saranno soltanto 90 giorni di tempo e occorrerà far presto. I Comuni, dunque, colgano la palla al balzo».
L'ipotesi di Vico tende ad anticipare i tempi. Secondo il deputato i Comuni di Bari, Taranto e Brindisi potrebbe ufficialmente chiedere all'Autorità portuale di spedire la sua autorizzazione all'Agenzia del Demanio e l'Autorità portuale potrebbe allegare alla sua lettera quella del Comune.
 
Nella foto il porto di Brindisi