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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

Porti, nel 2013 la riforma delle riforme

L'Europa sta preparando una corposa riorganizzazione del sistema portuale. L'annuncio dal vicepresidente Ue Siim Kallas che detta i punti: riduzione della burocrazia, sistematizzazione dei servizi e finanziamenti più trasparenti. Temi ancora caldi in Italia, e in parte irrisolti   di Paolo Bosso  


L'Europa si prepara ad una grossa riforma dei porti. Lo ha annunciato ieri il vicepresidente della Commissione Europea Siim Kallas (nella foto), responsabile dei trasporti, nel corso di una visita al porto di Rotterdam. Sarà pronta nel 2013 e punterà su riduzione della burocrazia, nuovi servizi portuali e finanziamenti più trasparenti
Per l'anno prossimo è in programma una conferenza internazionale che affronterà la questione. Nel frattempo la Commissione Europea ha quindi un anno e mezzo di tempo circa per presentare una serie di proposte. Kallas chiarisce nel dettaglio i tre punti su cui si fonderà la riforma. Sul fronte burocratico un esempio c'è già. «Il progetto pilota Blue Belt, un programma prioritario che esplora nuove modalità per facilitare lo short sea shipping - ha ricordato il commissario europeo - sta già contribuendo a ridurre la burocrazia nei porti». Se la direzione da prendere sarà quindi verso la semplificazione, il modello italiano, organizzato sulla base di numerose deliberazioni per ogni singolo atto amministrativo, non sarà più adeguato. 
Sui servizi portuali, invece, è «assolutamente fondamentale far sì che ci sia uno scenario aperto e competitivo per la fornitura di servizi in modo tale che i porti siano in grado di adattarsi alle nuove esigenze economiche, industriali e sociali». 
Infine «dobbiamo migliorare la trasparenza dei finanziamenti ai porti per evitare distorsioni della concorrenza e per vedere esattamente dove finiscono i soldi dei contribuenti. In tal modo saranno incoraggiati gli investimenti privati, che sono vitali per la crescita del settore portuale».
«Nei prossimi 20 anni – prosegue Kallas - le nostre centinaia di porti si troveranno ad affrontare sfide enormi in termini di produttività, di necessità di investimenti, di occupazione così come di integrazione con le città portuali e le regioni. La mia visita a Rotterdam di questa settimana rafforza la mia convinzione che i nostri porti hanno un potenziale straordinario di crescita negli anni a venire, ma dobbiamo eliminare le strozzature che impediscono lo sviluppo e mettere in atto una politica sui porti e le infrastrutture marittime più coerente».
Anche se non ha ancora dei contenuti, la riforma europea dei porti rappresenterà un'occasione utile all'Italia per affrontare definitivamente la questione delle Autorità portuali. Il loro numero è eccessivo? Quanto è utile accorpare le Authority? Come ripartire la quota di pubblico e privato nella loro gestione? Quali sono le piattaforme logistiche di riferimento? E il rinnovo delle concessioni ai terminalisti? Tutte domande che tra meno di un anno e mezzo richiederanno una risposta univoca e condivisa.
 
Paolo Bosso