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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 16,22
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Infrastrutture - Logistica

Polizze sui disastri naturali: luci ed ombre di una legge

L'esperto fa il punto sulle nuove disposizioni, tra buone intenzioni e l'assenza di un decreto attuativo

(Ph: Forbes Italia)

di Nazareno Cerni - DL Notizie Logbook 2024

L'Italia, terra di santi, poeti e... catastrofi naturali, ha da sempre affidato la gestione dei danni a una combinazione di preghiere, interventi statali e un pizzico di "stellone" nazionale. Ma il 2024 segna un momento storico: con la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023), le imprese italiane sono chiamate a stipulare polizze assicurative obbligatorie per coprirsi dai danni causati da eventi come terremoti, alluvioni e frane.

L'idea è nobile: responsabilizzare le imprese e ridurre il peso economico sugli interventi pubblici. Ma, come spesso accade, il diavolo è nei dettagli. Anzi, in questo caso, nei dettagli che mancano: il decreto attuativo, che dovrebbe spiegare esattamente come funziona il tutto, ancora non si è visto. Nel frattempo, restano escluse dalla legge coperture essenziali come le merci, i danni indiretti e persino le spese per demolire e sgomberare. E le aziende agricole? Quelle restano fuori dal gioco, nonostante siano tra le più esposte agli scherzi del clima.

La novità dell'obbligatorietà ha acceso un dibattito accanito. "Perché lo Stato deve obbligarmi ad assicurarmi?" si chiedono molti imprenditori. "Non posso decidere io se rischiare o meno?" Forse sì, ma va detto che finora lo Stato è sempre intervenuto per coprire i danni, spesso con tempistiche degne di una tartaruga. Insomma, l'obbligo potrebbe essere visto come un modo per educare gli italiani alla previdenza... o per evitare che le tasse di tutti continuino a tappare i buchi lasciati dalla mancanza di pianificazione individuale.

Mentre l'Italia si dibatte tra obblighi e lacune, Spagna e Francia si presentano come i primi della classe. In Spagna, il Consorcio de Compensación de Seguros (CCS) garantisce copertura automatica per chiunque possieda una polizza standard, finanziata con una piccola quota aggiuntiva. Nessun obbligo diretto per il cliente, ma se non hai una polizza, nessuno corre in tuo aiuto.

In Francia, il sistema Catastrophes Naturelles (CAT-NAT) funziona più o meno allo stesso modo: una sovrattassa sulle polizze per danni a beni finanzia un fondo pubblico che copre le catastrofi naturali. Anche qui, però, vale il principio: se non ti assicuri, arrangiati. Perché mai le tasse dei privati cittadini dovrebbero contribuire al ristoro delle ricchezze di questo o quell'industriale poco previdente?

L'Italia, con questa legge, ha sicuramente fatto un passo avanti, tuttavia, il sistema proposto è ancora lontano dall'efficienza dei modelli spagnolo e francese, che potrebbero servire da ispirazione per costruire un sistema davvero funzionale. Alla fine, siamo fatti così: un mix di genio, improvvisazione e un pizzico di fortuna. Ma chissà, forse stavolta riusciremo a fare il salto di qualità. E se non altro, possiamo sempre contare sul nostro inimitabile stellone.

Tag: sinistri