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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Politiche marittime

Piano regolatore porto di Napoli, lo stop dei Lavori pubblici

Carenze pianificatorie e procedurali. Il Consiglio lo ha restituito all'Autorità portuale. Il nodo della delocalizzazione delle attività petrolifere


(Nostro servizio)

Arriva qualche giorno prima della scorsa Pasqua e si materializza nelle stanze di Regione ed Autorità del porto. E' il parere dell'assemblea del Consiglio superiore dei Lavori pubblici che ha esaminato il Piano regolatore del porto di Napoli (Prp). Il giudizio, se si fosse ancora a scuola, sarebbe di insufficienza. Notevoli le prescrizioni da adempiere, soprattutto in relazione alla delocalizzazione delle attività petrolifere attraverso un attracco fuori della diga foranea Duca d'Aosta. "La proposta di Piano regolatore –si legge al termine della relazione di 50 pagine- deve essere restituita per essere integrata in relazione alle carenze riscontrate sia per gli aspetti pianificatori sia per quelli procedurali".
Una bocciatura? No, solo un rimando ma con molti "debiti". "Il Consiglio Superiore dei  LL.PP.-si fa notare in Regione Campania-  ha chiesto all'Autorità portuale di Napoli alcune integrazioni e chiarimenti sul Prp di cui ne ha, però, condiviso le scelte pianificatorie". "Bisogna completare le procedure Via (Valutazione impatto ambientale) –ci descrive Emilio Squillante, segretario generale dell'Ap Napoli i cui uffici hanno redatto il Prp- che, però, abbiamo avviato e sono a buon punto; completare il rapporto integrato di sicurezza ed arrivare a soluzione circa la delocalizzazione delle attività petrolifere. Su questo punto, di grande rilievo, importanza e complessità, avvieremo in Autorità del porto, già dal prossimo 11 aprile un tavolo tecnico di confronto con i petrolieri. A cominciare con Q8 ed Esso, poi con l'associazione dei gassieri, quindi con i costieri per le attività di bunkeraggio". Attualmente, le movimentazioni del settore assommano a 1,3 milioni di tonnellate di grezzo e benzine; 1,9 milioni di gasolio; 115mila tonnellate di paraxiliene e 50mila tonnellate di oli combustibili. Anche se queste movimentazioni vanno prese con molti dubbi in quanto mentre il rapporto del Consiglio dice "attualmente presenti" dopo qualche riga afferma "dati al 2001". E' possibile un errore di battuta e quindi bisogna leggere 2011?
Ma la domanda che tutti si pongono è sostanzialmente un'altra. I tempi si stringono inesorabilmente, al Prg è legato il Grande Progetto per il porto per il quale c'è un finanziamento di 240 milioni a valere su fondi Por Fesr 2007-2010 resi disponibili dalla Regione Campania. Ce la faremo? Sia all'Autorità del porto sia alla Regione Campania c'è ottimismo. I ritardi saranno colmati, ma alla domanda quanto tempo occorrerà per rispondere ai rilievi e prescrizioni dei Lavori pubblici, nessuno osa dare previsioni. "Dipende dall'esito degli incontri con i petrolieri", risponde Squillante. Meno evasivi in Regione: "Ottimisticamente pensiamo a non meno di un mese di lavoro sul territorio ed ai 45 giorni che la legge prescrive per il successivo parere (positivo) del Consiglio dei Lavori pubblici. Nella migliore delle ipotesi, quindi, al prossimo luglio.
Il porto di Napoli è una realtà complessa, fatta di diverse attività: dal crocierismo, alle riparazioni e costruzioni navali; dal trasporto passeggeri e merci con traghetto (autostrade del mare) alla movimentazione dei contenitori e merci varie fino alle attività petrolifere a cui, il rapporto, dedica larga parte. In questo quadro vengono esaminati vari aspetti in ordine all'ambiente, viabilità, all'urbanistica, economia e finanza, sicurezza. Certamente non è stato facile redigere un piano, in realtà quasi una rivoluzione di molti assetti portuali, che contemperasse obiettivi di sviluppo con esigenze ambientali, talvolta davvero stringenti non fosse altro per un porto a ridosso di una città, o viceversa.
In sostanza, tra le altre cose, il Consiglio dei Lavori pubblici ha chiesto di conoscere una soluzione progettuale a sostegno delle scelte operate per delocalizzare su boe esterne alla diga foranea gli approvvigionamenti del polo energetico. Una parte dei documenti richiesti (progetto boe) sarebbe già pronto. Il resto dovrà pervenire dai risultati degli incontri (tavoli tecnici) previsti in Autorità portuale.