Oggi, il Corriere del Mezzogiorno pubblica una lettera indirizzata allo stesso direttore del giornale ed al presidente della Regione Stefano Caldoro. La lettera, a firma Umberto Masucci, è un appello alle istituzioni, in questo caso l'ente regionale, affinché facciano presto a decidere circa il futuro del porto. Condividendone la sostanza del testo, ci fa piacere ripubblicare la lettera/appello per i lettori del nostro sito.
di Umberto Masucci
Caro Presidente Caldoro,Caro Direttore Demarco,
ho letto con grande attenzione ed interesse la vostra "conversazione" sul Corriere del Mezzogiorno.
Anche io, come il Presidente Cadoro, ho avuto un mix di ammirazione ed invidia nel leggere l'articolo di Gian Antonio Stella sul "miracolo" di Civitavecchia.
Sono imprenditore nel Porto di Napoli ed in molti altri porti italiani e stranieri e devo dire che il "miracolo" di Civitavecchia non ha poi tanti misteri, una buona Governance del Porto, ripetutasi per molti mandati e molti Presidenti, una centralità logistica per merci e passeggeri, la vicinanza alla capitale, ma soprattutto un intento comune di fare le cose.
Cito ad esempio un altro porto, molto più piccolo, Savona-Vado che negli ultimi 15 anni è riuscito, sotto una ottima guida e con una Comunità portuale coesa a trasformarsi da porto minore in uno scalo per grandi navi da Crociera (Costa vi ha creato il proprio terminale principale),in snodo per merci alla rinfusa e sta ora procedendo insieme alla Maersk alla costruzione di un grande terminal container che potrà movimentare fino ad un milione di containers.
E allora perché a Napoli tutto è più difficile? Certamente i porti storici italiani (Napoli, Genova, Venezia, etc) hanno i problemi delle grandi Città che vi si affacciano e con le quali devono coesistere coniugando efficienza, economicità e vivibilità.
Ma la grande Città di Napoli e più in generale la nostra Regione e quelle vicine ci offrono anche oltre 15 milioni di abitanti che,nel raggio di 300 Km dal porto di Napoli, consumano, producono, viaggiano e quindi utilizzano attualmente o potenzialmente il nostro Porto.
La Darsena di Levante ad oriente ed il Molo San Vincenzo a ponente sono opere di cui si parla da venti anni, la prima necessità ovviamente di interventi infrastrutturali ma il secondo, il Molo San Vincenzo (nella foto) ha bisogno anzitutto di una attenta regia tra Autorità Portuale, Comune di Napoli e Marina Militare: è mai possibile che il posto più bello di Napoli non possa essere goduto in parte dai cittadini e turisti ed in parte restituito ad un utilizzo portuale per ormeggio di navi (che siano poi crociere, megayacht o traghetti poco importa)?
Il Presidente Caldoro ha certamente avuto una grande intuizione ed ha compreso che un Grande Progetto per il Porto di Napoli può costituire un fenomenale volano per l'economia dell'intera regione Campania. Anche al nostro recente Convegno internazionale Propeller sul Mediterraneo i dati forniti da uno studio di SRM Banco Napoli hanno evidenziato la straordinaria importanza dei traffici Mediterranei (il 20% dei traffici mondiali vi transitano ed oltre il 75% dei mega yacht vi navigano) e la strategica centralità del Porto di Napoli.
Ma questo non basta e certamente i dissidi tra imprenditori ed i ritardi non aiutano e bene ha fatto il Presidente Caldoro a lanciare la sua forte "provocazione" ed ha fissato per tutti un termine di 60 giorni per mostrare la chiara volontà di andare avanti coesi in una unica direzione.
La Governance del Porto, secondo la mia esperienza nazionale ed internazionale, è però, Presidente Caldoro questione essenziale e prioritaria particolarmente in un momento in cui il nostro Porto si dibatte tra grandissime opportunità (il suo Grande Progetto) e terribili rischi (il trasferimento dell'armatore Messina dopo novanta anni da Napoli all'efficiente porto di Salerno è un gravissimo campanello d'allarme).
Al Ministro Lupi ed a Lei tocca una scelta non facile, la legge fissa i meccanismi tecnici per la nomina del nuovo Presidente , ma la mia esperienza mi dice che i Presidenti delle Regioni hanno spesso "condizionato" nell'interesse del Porto la decisione finale.
Sono certo che sceglierete nel modo migliore, ma fate in fretta, noi in Porto abbiamo solo interesse ad un buon Presidente che, come a Civitavecchia o Savona o anche nella vicina Salerno, guidi con competenza ed autorità la complessa macchina portuale.
di Umberto Masucci
Caro Presidente Caldoro,Caro Direttore Demarco,
ho letto con grande attenzione ed interesse la vostra "conversazione" sul Corriere del Mezzogiorno.
Anche io, come il Presidente Cadoro, ho avuto un mix di ammirazione ed invidia nel leggere l'articolo di Gian Antonio Stella sul "miracolo" di Civitavecchia.
Sono imprenditore nel Porto di Napoli ed in molti altri porti italiani e stranieri e devo dire che il "miracolo" di Civitavecchia non ha poi tanti misteri, una buona Governance del Porto, ripetutasi per molti mandati e molti Presidenti, una centralità logistica per merci e passeggeri, la vicinanza alla capitale, ma soprattutto un intento comune di fare le cose.
Cito ad esempio un altro porto, molto più piccolo, Savona-Vado che negli ultimi 15 anni è riuscito, sotto una ottima guida e con una Comunità portuale coesa a trasformarsi da porto minore in uno scalo per grandi navi da Crociera (Costa vi ha creato il proprio terminale principale),in snodo per merci alla rinfusa e sta ora procedendo insieme alla Maersk alla costruzione di un grande terminal container che potrà movimentare fino ad un milione di containers.
E allora perché a Napoli tutto è più difficile? Certamente i porti storici italiani (Napoli, Genova, Venezia, etc) hanno i problemi delle grandi Città che vi si affacciano e con le quali devono coesistere coniugando efficienza, economicità e vivibilità.
Ma la grande Città di Napoli e più in generale la nostra Regione e quelle vicine ci offrono anche oltre 15 milioni di abitanti che,nel raggio di 300 Km dal porto di Napoli, consumano, producono, viaggiano e quindi utilizzano attualmente o potenzialmente il nostro Porto.
La Darsena di Levante ad oriente ed il Molo San Vincenzo a ponente sono opere di cui si parla da venti anni, la prima necessità ovviamente di interventi infrastrutturali ma il secondo, il Molo San Vincenzo (nella foto) ha bisogno anzitutto di una attenta regia tra Autorità Portuale, Comune di Napoli e Marina Militare: è mai possibile che il posto più bello di Napoli non possa essere goduto in parte dai cittadini e turisti ed in parte restituito ad un utilizzo portuale per ormeggio di navi (che siano poi crociere, megayacht o traghetti poco importa)?
Il Presidente Caldoro ha certamente avuto una grande intuizione ed ha compreso che un Grande Progetto per il Porto di Napoli può costituire un fenomenale volano per l'economia dell'intera regione Campania. Anche al nostro recente Convegno internazionale Propeller sul Mediterraneo i dati forniti da uno studio di SRM Banco Napoli hanno evidenziato la straordinaria importanza dei traffici Mediterranei (il 20% dei traffici mondiali vi transitano ed oltre il 75% dei mega yacht vi navigano) e la strategica centralità del Porto di Napoli.
Ma questo non basta e certamente i dissidi tra imprenditori ed i ritardi non aiutano e bene ha fatto il Presidente Caldoro a lanciare la sua forte "provocazione" ed ha fissato per tutti un termine di 60 giorni per mostrare la chiara volontà di andare avanti coesi in una unica direzione.
La Governance del Porto, secondo la mia esperienza nazionale ed internazionale, è però, Presidente Caldoro questione essenziale e prioritaria particolarmente in un momento in cui il nostro Porto si dibatte tra grandissime opportunità (il suo Grande Progetto) e terribili rischi (il trasferimento dell'armatore Messina dopo novanta anni da Napoli all'efficiente porto di Salerno è un gravissimo campanello d'allarme).
Al Ministro Lupi ed a Lei tocca una scelta non facile, la legge fissa i meccanismi tecnici per la nomina del nuovo Presidente , ma la mia esperienza mi dice che i Presidenti delle Regioni hanno spesso "condizionato" nell'interesse del Porto la decisione finale.
Sono certo che sceglierete nel modo migliore, ma fate in fretta, noi in Porto abbiamo solo interesse ad un buon Presidente che, come a Civitavecchia o Savona o anche nella vicina Salerno, guidi con competenza ed autorità la complessa macchina portuale.