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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Per l'Ancip "il decreto crescita così non va!"

È del tutto evidente, sottolinea il presidente Grilli, come il DL Rilancio non arrechi alcun aiuto alle imprese

Luca Grilli

"Il decreto crescita così non va! Deve essere migliorato salvaguardando davvero il lavoro e i lavoratori. E subito chiediamo un incontro". È il deciso messaggio che l'Ancip (Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali) ha lanciato al ministero dei Trasporti, sottolineando che "è del tutto evidente come il dettato normativo del DL Rilancio così strutturato, non arrechi alcun aiuto alle imprese".

"La recrudescenza degli effetti che la pandemia – scrive nella nota il presidente di Ancip, Luca Grilli – sta palesando anche nel settore della portualità (che merita un giusto riconoscimento per aver garantito gli approvvigionamenti indispensabili al Paese) una progressiva e rilevante diminuzione dei volumi di traffico portuale nei prossimi mesi. Tuttavia, oltre alla gestione delle fasi emergenziali, anche in termini di sicurezza sul lavoro, è indubbia la necessità di mantenere la prontezza operativa delle attività portuali a sostegno della ripresa delle produzioni industriali. È del tutto evidente – ribadisce Grilli – come il dettato normativo del DL Rilancio (nel testo ultimo conosciuto del 11 maggio) così strutturato, non arrechi alcun aiuto alle imprese autorizzate ai sensi dell'art. 17 legge n. 84/94".

"Non è accettabile – aggiunge il presidente di Ancip – che il principio dell'autonomia amministrativa e contabile delle Autorità di Sistema Portuale venga derogato solo per i vettori marittimi, leggasi armatori per lo più battenti bandiere extracomunitarie, a cui sono concessi gli azzeramenti della tassa di ancoraggio, mentre questa deroga non venga minimamente contemplata per gli aiuti alle imprese art. 17 che de facto svolgono un ruolo di servizio di interesse economico generale a beneficio dell'efficienza e dell'operatività dei porti italiani, quindi dell'interesse generale della nazione intera. Così come le società degli ormeggiatori che svolgono servizi pubblici di interesse generale, lavoratori anch'essi che non hanno stipendi né ristoro dei servizi effettuati".

Infine, per discutere questi ed altri argomenti controversi (attività di autoriproduzione, resistenze burocratiche, pagamento canoni) l'associazione chiede con urgenza un incontro con il ministro dei Trasporti, insieme alle organizzazioni sindacali dei lavoratori.
 

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