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22 novembre 2024, Aggiornato alle 09,11
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Onorato polemizza: "Grimaldi, Lega e Di Meo vogliono far fallire Tirrenia"

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, lascia «rispondere la magistratura» mentre per il gruppo Grimaldi è un'insinuazione «capziosa e strumentale»

(facebook.com/Vincenzo.Onorato.VO)

In vista dell'accordo di marzo per il recupero dei crediti delle compagnie Moby e Compagnia Italiana di Navigazione, l'armatore delle società in cui rientra anche Tirrenia, Vincenzo Onorato, polemizza sul processo di risanamento con un'accusa esplicita al gruppo Grimaldi e al partito della Lega. «Da anni - scrive in una nota - ritengo che sia in atto una strategia per portare al fallimento la prima infrastruttura sul mare del Paese, pianificata dal Gruppo Grimaldi con l'appoggio politico della Lega e finanziato prima del signor Antonello Di Meo ed oggi del fondo J Invest». Onorato nei mesi scorsi ha accusato il trader Di Meo – sotto indagine per insider trading - di essere alla base di una cospirazione per sottrargli la gestione del gruppo Moby.

Secondo Onorato «i commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria si appresterebbero a cercare di vendere il credito vantato nei nostri confronti di un non ben specificato 'fondo'. Il consistente rischio è che dietro questo fondo si celi il nostro concorrente Grimaldi e che comunque lo stesso voti sfavorevolmente il piano attestato in Tribunale e già peraltro accettato da banche e bondholders facendo così fallire la compagnia, liberando così rotte e personale, un aggravio per un eventuale acquirente». Onorato si augura che la cessione del credito di Tirrenia avvenga «con trasparenza su cifra, tempo e modi», con l'acquirente che rispecchi «già accettato da banche e bondholders, obbligo che tra l'altro, e non è poco, valorizzerebbe, in caso di cessione, il credito a vantaggio dello Stato e dei creditori». Per Onorato «basta leggere i quotidiani nazionali per constatare quanto i Grimaldi e Matteo Salvini siano legati. Senza questa premessa non si spiegherebbe perché un creditore senza garanzie a cui vengono offerti 144 milioni di euro e un'ipoteca su 4 navi, con un pagamento all'omologa di 23 milioni di euro, più di quanto probabilmente prenderebbero tra anni alla liquidazione e che ridurrebbe il debito a 121 milioni di euro, con assenso di banche e bondholders, a cui va il mio personale ringraziamento, si ostinino a voler far fallire la compagnia che è sana, conta 6.000 lavoratori italiani del Sud e che oggi, in bassa stagione, ha in cassa consistente liquidità».

«Non ho piani per far fallire aziende, abbiamo un ministro dello Sviluppo Economico che sta lavorando per salvare aziende. I complotti per far fallire aziende non sono la mia passione», risponde a Onorato il segretario federale della Lega, Matteo Salvini. «La persona in questione mi sembra che sia oggetto di attenzione della magistratura. Lascio rispondere la magistratura», ha concluso.

In un comunicato il Gruppo Grimaldi «respinge con fermezza ogni capziosa e strumentale insinuazione circa la volontà di acquisto di parte dei debiti delle società che fanno capo al medesimo Onorato. Ne è riprova il fatto che i suoi titolari hanno già e più volte rifiutato tutte le proposte pervenute, ostandovi motivi di etica personale e imprenditoriale. In ragione di queste e delle altre basse insinuazioni contenute nel richiamato comunicato, il Gruppo fa presente di aver dato mandato ai suoi legali di fiducia di valutare ogni possibile iniziativa a tutela dell'onorabilità delle Società che lo compongono, della Dirigenza e di tutte le donne e gli uomini che, con professionalità e abnegazione, in Italia e nel mondo, operano sotto le insegne Grimaldi. Davvero, ognun dal proprio cuor l'altrui misura».

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