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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Ok del Senato alla riforma dei porti. Più autonomia alle Autorità

Il ddl, che è stato approvato all'unanimità ed ora passa alla Camera, accentua il carattere manageriale della gestione degli scali e semplifica le procedure di piani regolatori e dragaggi


Il Senato ha approvato all'unanimità il disegno di legge di riforma dei porti. Il testo, che ora passa alla Camera, rafforza i poteri d'indirizzo e coordinamento e l'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, accentuando il carattere manageriale della gestione, e rendendo nel contempo meno complesse le procedure per l'approvazione del piano regolatore portuale e per il dragaggio. Il ddl prevede anche la costituzione di sistemi logistico-portuali e istituisce un fondo di finanziamento delle connessioni intermodali.
In particolare, per quanto riguarda il ruolo dei presidenti di Authority, nel ddl è previsto che gli atti definibili come di ordinaria amministrazione non debbano più passare dal Comitato portuale, che manterrà invece il suo peso decisionale per le scelte strategiche. In questo modo, si snellisce l'attività dell'ente. Il presidente inoltre avrà poteri sanzionatori sull'area di competenza dell'Authority, che dovranno essere regolamentati di concerto con la Capitaneria di porto. Inoltre, sia per i piani regolatori portuali, sia per i dragaggi, è stata introdotta una norma per accelerarne i tempi: se il Comune non approva entro 12 mesi il piano sottoposto dall'Authority, scatta la regola del silenzio-assenso. Sotto il profilo economico, la commissione Bilancio ha bocciato la proposta di abolire il tetto all'autonomia finanziaria. Ai porti rimarranno 70 milioni ogni anno, di cui una parte re-distribuita agli scali che non generano Iva sufficiente a garantire il proprio mantenimento.
"Questo disegno sicuramente serve per ridare fluidità all'attività delle Authority, ma siamo a un passaggio intermedio – spiega al Secolo XIX Luigi Merlo, presidente di Assoporti -. Tra 2013 e 2014 probabilmente sarà necessaria una revisione, con un adeguamento alla normativa europea prevista nel pacchetto Kallas» che va a toccare proprio la questione del lavoro. Sull'aumento delle Authority, confida Merlo,  "ci eravamo opposti. Devo dire che il testo della commissione era migliore rispetto a quello uscito dall'Aula".