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14 marzo 2025, Aggiornato alle 16,34
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Infrastrutture

Nerli, "Automare e tre assi ferroviari per rilanciare i porti italiani"

Il presidente Assoporti delinea le prossime mosse per rilanciare la portualità. Pontremolese, Napoli-Bari e Adriatico-Baltico i tre progetti con cui far interagire pubblico e privato


«Esistono dei provvedimenti immediati che potrebbero accelerare la realizzazione di progetti e rilanciare la competitività portuale». Il presidente Assoporti Fancesco Nerli delinea le prossime mosse che il mondo delle istituzioni e quello portale devono fare per rilanciare il trasporto merci via mare in Italia. La portualità italiana è in una fase di stallo, ed è improrogabile, secondo il presidente di Assoporti Francesco Nerli, l'adozione di una riforma complessiva che metta in primo piano la realizzazione di opere infrastrutturali di raccordo tra le diverse modalità di trasporto.
«Purtroppo a oggi siamo in una situazione di stand-by, perché il decreto sullo sviluppo non prevede alcuna iniziativa per i porti, mentre la discussione sull'autonomia finanziaria è ferma», afferma all'Ansa Nerli, secondo cui a soffrire è «tutto il sistema nazionale dei trasporti». «Ecco perché - insiste - le grandi opere infrastrutturali devono essere portate a termine con una visione integrata e razionale tra le diverse modalità di trasporto, per colmare la cronica mancanza dei raccordi 'ultimo miglio' ai porti».
E sui provvedimenti immediati da prendere Nerli parte un dato, quello sull'import-export, «che pone i porti italiani al primo posto, ma al secondo, dopo l'Olanda, per merci complessivamente movimentate. Ciò significa che serviamo bene il mercato nazionale, ma abbiamo bisogno di opere per rendere più competitivo il nostro paese sia nei flussi di merci destinati al nord Europa che in quelli diretti nel sud del Mediterraneo».
Fondamentale, quindi, secondo il presidente Nerli, trovare le risorse e far interagire pubblico e privato, partendo dai tre grandi progetti che riguardano la Pontremolese, la Napoli-Bari e l'asse ferroviario Adriatico-Baltico. «Su questo tema, abbiamo proposto la creazione di un fondo con una quota dell'autonomia finanziaria dei porti, il 5% del finanziamento destinato ad Anas e Rfi e una quota delle risorse del programma Eurovignette, con l'obiettivo di decongestionare il traffico e sviluppare i trasporti anche in un'ottica sostenibile a livello ambientale».
Sullo sviluppo futuro dei porti italiani rispetto ai cambiamenti in atto nel sistema dei trasporti marittimi internazionali, un ruolo importante, secondo Nerli, verrà svolto dalle Autostrade del Mare. «Lo sviluppo della rete delle Autostrade del Mare permetterà di far confluire i traffici e unirà sempre di più Nord e Sud. I porti del transhipment del sud devono inoltre essere messi in condizione di competere con quelli del Nord Africa, fondamentale in questo senso è attuare tutte le misure industriali necessarie per incentivare le imprese che devono operare in queste realtà.
«Dobbiamo poi facilitare la crescita dei porti di consumo finale - conclude Nerli - che possono immettere nel nord Europa merci che provengono dal sud Europa».