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13 marzo 2025, Aggiornato alle 17,51
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Navi cisterna, DIS ha chiuso il 2024 con 188,5 milioni di utile netto

La compagnia ha operato in un mercato dei noli che ha beneficiato di una crescita contenuta della flotta


Con un utile netto di 188,5 milioni di dollari, il consiglio di amministrazione di d'Amico International Shipping S.A. (Borsa Italiana: DIS) ha esaminato e approvato la relazione relativa al progetto di bilancio statutario e consolidato al 31 dicembre 2024.

Facendo il punto sulla situazione finanziaria della compagnia, Carlos Balestra di Mottola, amministratore delegato di d'Amico International Shipping si è dichiarato "felice di annunciare che DIS ha realizzato un'altra ottima performance nel 2024, con un utile netto consolidato di 188,5 milioni di dollari, poco al disotto del nostro profitto record di 192,2 milioni, dell'anno precedente. La nostra media spot giornaliera è stata pari a 33.871 dollari, superiore al livello del 2023, di 32.873, riflettendo una continua e forte domanda per i nostri servizi, nonostante un mercato dei trasporti robusto ma meno brillante verso fine anno". 

"Inoltre – ha aggiunto Balestra di Mottola - DIS ha coperto con successo il 41,5% dei suoi giorni nave ad una media TCE giornaliera di 27.420 dollari nel 2024, rispetto ad una copertura del 29,8% ad una media di 28.107 dell'anno precedente. Di conseguenza, il nostro nolo complessivo base TCE (spot e time-charter) è stato di 31.195 dollari nel 2024, in linea con i 31.451 del 2023".

"Nel 2024 – ha sottolineato l'ad Balestra di Mottola - DIS ha operato in un mercato dei noli che ha beneficiato di una crescita contenuta della flotta, di un aumento degli scambi di petrolio raffinato e da inefficienze derivanti da perturbazioni nei traffici commerciali. In particolare, gli attacchi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden ci hanno costretti a deviare le navi attorno al Capo di Buona Speranza, aumentando significativamente le distanze percorse. Inoltre, il conflitto in corso in Ucraina e le relative sanzioni dell'Ue hanno ridisegnato i flussi commerciali di petrolio, riducendo le esportazioni di petrolio russo verso l'Ue che è stato invece spedito verso destinazioni più lontane come Asia e Sud America, inducendo l'Europa a procurarsi più petrolio dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e dall'Asia. Questi cambiamenti hanno esteso significativamente le distanze medie percorse dalle nostre navi".
 

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