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21 aprile 2025, Aggiornato alle 18,23
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Politiche marittime

Nautica, slitta di tre mesi l'aumento retroattivo dei canoni

Proroga fino al 30 settembre dei rincari a partire dal 2006. Salva la stagione estiva, ma per le associazioni il contenzioso mette a rischio migliaia di lavoratori

Paola De Micheli ieri alla Camera

Proroga di tre mesi allo scatto dell'aumento retroattivo dei canoni demaniali dei porti turistici, ma permane lo stato di incertezza del settore che potrebbe andare incontro a un salasso.

Nel testo di conversione in legge del "Milleproroge" - approvato ieri alla Camera, ora manca solo la seconda lettura e il voto finale del Senato - all'articolo 34 si prevede il posticipo dal 30 giugno al 30 settembre dei pagamenti retroattivi degli aumenti stabiliti nella Legge finanziaria del 2006. Salvata, quindi, la stagione estiva «ma permane la situazione di incertezza per le 23 marine e approdi turistici, in contenzioso da 13 anni, e mettendo a rischio la posizione di 2,400 lavoratori», come sottolinea una nota di Confindustria Nautica.

L'emendamento del deputato del PD Umberto Buratti non ha ottenuto il parere favorevole del ministero dell'Economia e delle Finanze. Prevedeva l'adesione volontaria allo stralcio del contenzioso sugli aumenti retroattivi, sostituendo la misura con un aumento del canone originario, «cui fa riferimento anche la Corte Costituzionale», sottolinea Confindustria Nautica. Oltre alla questione degli approdi turistici, su cui l'associazione lavora da tempo insieme ad Assomarinas e Assonat, l'emendamento di Buratti affrontava altre due importanti istanze della filiera nautica: il regime dei Marina resort e quello delle forniture di beni e servizi a unità commerciali da diporto.

Saverio Cecchi, presidente Confindustria Nautica, non nasconde la sua delusione: «La nostra proposta prevedeva una soluzione molto favorevole per lo Stato. Sono rammaricato che non sia stata accolta, anche come cittadino, perché siamo tutti consapevoli che a rimetterci sarà l'erario, prima ancora delle aziende interessate, dal momento che la prosecuzione della riscossione dei canoni illegittimi da parte dell'Agenzia delle Entrate, che prosegue nonostante tutte le sentenze favorevoli ai concessionari, avrà come esito il fallimento dei porti turistici con conseguente cessazione dei canoni ordinari, degli incassi IVA e IRPEF, oltre ai costi sociali generati».

La buona notizia è che il Milleproroghe interviene semplificando il Codice della nautica, che ora garantisce la conduzione senza patente ai motori FB di potenza inferiore a 40 hp e cilindrata superiore a 750 CC. In particolare, all'articolo 13, dopo il comma 5, il nuovo comma 5-quater dispone che «all'articolo 39, comma 1, lettera b), del citato codice [codice della nautica da diporto] di cui al decreto legislativo n.171 del 2005, le parole: "a 750 cc se a carburazione o iniezione a due tempi" sono sostituite dalle seguenti: "a 750 cc se a carburazione a due tempi ovvero a 900 cc se a iniezione a due tempi".

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Tag: nautica