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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Politiche marittime

Migranti, gli armatori all'Ue: "Torniamo alla ricerca e soccorso"

L'Ecsa: "Abbiamo bisogno di un nuovo Mare Nostrum. Ora, non tra qualche settimana". Oggi pomeriggio riunione straordinaria del Consiglio Ue | La differenza tra Mare Nostrum e Triton


di Paolo Bosso 
 
Oggi alle 16, ora italiana, il Consiglio europeo terrà a Bruxelles una riunione straordinaria per discutere dell'emergenza umanitaria nel mar Mediterraneo, dopo l'affondamento, la settimana scorsa, di un peschereccio al largo della Libia che avrebbe causato la morte di almeno 700 migranti.
 
L'associazione degli armatori europei (European Community Shipowners' Associations) ci tiene a sottolineare la necessità di ripristinare un'operazione militare e umanitaria europea di ricerca e soccorso, come lo era "Mare Nostrum", l'operazione umanitaria italiana, non europea, terminata il primo novembre dell'anno scorso e sostituita da "Triton", che pur essendo un programma umanitario europeo, è soltanto di "controllo delle frontiere", meno penetrante ed esteso di Mare Nostrum (alla fine dell'articolo spieghiamo le differenze tra Mare nostrum e Triton). 

«La decisione dei ministri degli esteri Ue di potenziare Triton è un passo verso la giusta direzione – afferma il segretario Ecsa Patrick Verhoeven – ma resta potenzialmente inferiore per risorse ed estensione geografica all'italiana Mare Nostrum». Verhoeven non ha dubbi: «abbiamo bisogno di un'operazione europea simile a Mare Nostrum. Il punto chiave è la ricerca e soccorso, piuttosto che il controllo delle frontiere, e andrebbe incrementato ora, non alla fine dell'anno né tra qualche settimana».

Perché la ricerca e soccorso, non basta il controllo delle frontiere? «Si tratta di incrementare il numero di guardiacosta e di navi adibite al soccorso. Significa espandere l'area geografica dove cercare i migranti, trovarli prima che siano in seria difficoltà» spiega il segretario generale della londinese Chamber of Shipping Peter Hinchliffe.
 
Ecsa, Chamber of Shipping e i sindacati europei dei trasporti (European e International Transport Workers' Federation) hanno calcolato che l'anno scorso gli armatori hanno salvato sulle loro navi mercantili circa 40mila persone. Un numero molto alto rispetto alla media. «Quando chiamate, le navi mercantili sono sempre pronte a dare una mano – afferma Hinchliffe – ma come ha dimostrato il tragico evento della settimana scorsa, le navi mercantili non sono realmente attrezzate per affrontare una così vasta operazione che coinvolge centinaia di persone».

Che cos'è Mare Nostrum
È un'operazione militare e umanitaria decisa dal governo Letta il 14 ottobre 2013, iniziata ufficialmente il 18 ottobre. Gli obiettivi erano due, uno umanitario, l'altro "poliziesco": «garantire la salvaguardia della vita in mare» e «assicurare alla giustizia coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti».
I mezzi impiegati erano navi e aerei per lo più della Marina militare, seguiti da Aeronautica militare, Carabinieri, Guardia di finanza, Capitaneria di porto.
Costo: circa 9 milioni di euro al mese.

Triton
È partita dopo la fine di Mare Nostrum, il primo novembre 2014. È un'operazione europea di solo "controllo delle frontiere" fino a 30 miglia dalle coste italiane, mentre Mare Nostrum arrivava a poche miglia dalle cose libiche. Vi partecipano 29 paesi, per lo più con motovedette appoggiate da aerei, senza "navi madre" della marina militare italiana come per Mare Nostrum.
Costo: 2,9 milioni di euro al mese.