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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Mediterraneo, tutto il traffico via mare

Rapporto Srm-Assoporti. L'Italia è leader nell'interscambio con i paesi del Mare Nostrum, ma deve vedersela con una flessione interna generalizzata. Armamento italiano in ottima salute di Paolo Bosso  


di Paolo Bosso 
 
Nei primi mesi dell'anno l'interscambio commerciale marittimo nell'area mediterranea ammonta a 16,7 miliardi di euro, di cui il 70% (pari a 11,6 miliardi) è ascrivibile al trasporto marittimo. Lo rende noto una ricerca di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno in collaborazione con Assoporti.
La classifica. I dati, combinando quelli Eurostat e Istat, mostrano come l'Italia resti il paese che effettua più scambi con i paesi che si affacciano nel Mare Nostrum, ma anche come sia l'unica ad aver registrato una leggera flessione rispetto a quelli che seguono. Infatti, mentre l'Italia è calata del 6,4% dal 2008 al 2012 nel volume complessivo, tutte le altre sono cresciute: Francia segna +8,8%, Germania +31,6%, Spagna +17%. In ogni caso il volume che il Belpaese ha movimentato nel 2012 è molto alto: 65,7 miliardi di euro e spicca su tutti gli altri.
Short sea shipping mediterraneo. Nel cabotaggio la tipologia di traffico più movimentata è il liquid bulk, pari al 45% del totale, seguito da container (20%), dry bulk (15%), ro-ro (8%) e un 12% di "altro". In questa modalità di trasporto l'Italia è leader con 204,4 milioni di tonnellate movimentate nel 2012, pari al 37,5% del totale. Il nostro paese detiene anche il primato nel Mar Nero con 43,1 milioni di tonnellate, pari al 33,2% del totale.
Gli scambi nell'area Med. Il paese che è cresciuto di più negli interscambi degli ultimi dieci anni (2002-2012), sempre nel solo Mediterraneo, è stata l'Albania (+159%) seguita da Turchia (+155%), Egitto (+124%), Libia (106%), Croazia (+12%), Marocco (+96%), Algeria (+76%) e Tunisia (+51%).
Il traffico in Italia. Discorso differente al livello nazionale, dove nel 2012 cresce solo il traffico contenitori mentre tutto il resto è in calo:
• -3,1% traffico totale (466 milioni di tonnellate merci).
• -4% rinfuse solide (78,4 milioni di tonnellate).
• -3,6% merci liquide (182,4 milioni di tonnellate).
• -2,3% merci varie (205 milioni di tonnellate).
• +0,9% container (9,6 milioni di teu).
• -11,7% passeggeri trasportati (41 milioni).
• -6,1% crocieristi (10,5 milioni).
Nei primi tre mesi dell'anno l'interscambio marittimo in Italia è stato pari a 56,7 miliardi di euro, in calo del 3,7% sul primo trimestre 2011 e -5,5% sull'ultimo trimestre 2012.
L'armamento italiano. In chiusura il rapporto Assoporti-Srm dedica uno sguardo alla flotta italiana, tutto sommato in ottima salute. E' quarta in Europa in termini di stazza (dati Confitarma), e dodicesima nella classifica mondiale delle flotte di bandiera. Negli ultimi cinque anni (2007-2012) gli armatori italiani hanno speso 20 miliardi di dollari in nuove navi. Un investimento che permette al Belpaese di vantare la flotta più giovane. Infatti, il 65,5% del naviglio ha un'età inferiore ai dieci anni e il 44,3% ha meno di cinque anni. Sono quaranta gli armatori in Italia, con un giro di affari pari a 11 miliardi di euro annui. I primi tre operatori sono Grimaldi, Costa Crociere, Italia Marittima che coprono il 56% del mercato, mentre i primi dieci coprono l'86%. I comparti dove andiamo forte sono il liquid e dry bulk, con la Campania (39%), la Liguria (17%) e il Lazio (14%) che ospitano la maggior parte delle compagnie.
 
Ultima modifica, ore 14.27 del 24 luglio 2013